morto free climber 27enne

Area di discussione su argomenti di montagna in generale.

Messaggioda JollyRoger » mer mag 11, 2005 16:41 pm

Mi associo alle condoglianze verso i famigliari. L'ineluttabilità della morte lascia un vuoto incolmabile per il cuale non ci sono parole...... :|

Ogni volta che vengo a conoscenza di questi eventi tragici mi prende una certa ansia e mi riternano a galla dubbi e paure mai sopite.
La montagna per ognuno di noi è tante cose: gioia, passione, divertimento, filosofia di vita... e chi più ne ha ne metta. Eppure di fronte a questi eventi non riesco a non chiedermi: "ma ne vale veramente la pena? Forse si, comunque ed in ogni caso. Forse tutto questo altro non è che la vita stessa. Ma qunti dubbi :!:
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Messaggioda eiaKlim » mer mag 11, 2005 19:39 pm

brixia11 ha scritto:Sapevo che inviando questo topic sarebbero nate discussioni ma secondo me Ares è stato un po? frainteso :? :? :?


Ovvio che la montagna non vuol niente :!: :!: :!:

Secondo me Ares ha solo messo l?accento sull?ineluttabilità della statistica e della legge del caso 8O 8O 8O

Nessuno ci obbliga e qualcuno ha definito l?alpinismo ?il sublime inutile?.
Nemmeno i grandi alpinisti, dotatisi per necessità di immagine di notevoli capacità mediatiche, sanno rispondere in modo soddisfacente se gli si chiede perché lo fanno.
Addirittura Silvio ?Gnaro? Mondinelli a Brescia ad una recente serata aperta al pubblico aveva messo le mani avanti avvisando esplicitamente di non porgli quella domanda perché insensata. Come dire ?ma perché scali montagne difficili e pericolose?? ?Perché stanno là? :!: :!: :!: .


I materiali evolvono, le tecniche si affinano, la preparazione e la didattica migliorano ma, statisticamente le vittime sono inevitabili, a chi tocca tocca :( :( :( . Dati del CNSAS alla mano.

Ecco, credo che Ares, correggimi se sbaglio, volesse dire questo, e quindi state (stiamo) dicendo tutti la stessa cosa ma con parole diverse. Ossia se vado ad arrampicare devo mettere in preventivo che è un?attività potenzialmente più pericolosa di altre e la possibilità che sia io la vittima esiste, concretamente.

Quindi non è che la montagna abbia una volontà, ovvio, ma sul fatto che un certo numero di vittime sia inevitabile non ci piove :( :( :( .

Anche se per fortuna il trend di lungo periodo è verso un calo. Non però eliminazione. Anche se ognuno usa prudenza, esperienza e tecnica. Proviamo solo a pensare cosa vuol dire aver oltrepassato di 3-4 metri uno spit e volare subito prima del successivo: un salto improvviso in caduta libera di 8-9 metri. Se va bene prendo solo un gran spavento ed uno strattone, poi tutto finisce automaticamente frenato fra le magiche pulegge del Gri Gri. Se, però, lungo la mia verticale di volo c?è uno spuntone o una cengia, è possibile che finisca all?ombra di un cipresso. Ma quando si arrampica non ci si deve pensare, se no ci si blocca e non ci si tiene più. Lo stesso rischio c?è l?ha chi va in scooter a 70-80 km/h in mezzo al traffico, o un sub che si inoltra dentro ad un relitto a 60 metri di profondità. :arrow: Non solo i free climbers, dunque.

EiaKlim si chiede cosa sia successo: bisogna aspettare che le voci ed i mormorii nel borgo decantino, poi lo sapremo. Uno dei miei compagni di cordata abituali abita lì e conosceva il padre Lino :cry: :cry: :cry: . Sentiremo. Per ora si sa solo quel che ha dichiarato il Giornale di Brescia cioè poco o niente. Pare avesse la corda, che fosse da primo e che nel volare non sia arrivato a sfracellarsi al suolo ma la testata l?abbia presa in parete volando quindi si presume avesse rinviato. Che via fosse ancora non è ben chiaro. Solo i suoi due amici sanno la verità, perché erano con lui e sono vivi. Quando qualche mese fa è cascato Claudio Chiaudano col compagno di cordata dalla nord dell?Heiger nessuno ha mai saputo davvero perché sono precipitati: stanno nella tomba entrambi e nessuno ha visto, salvo una cordata di tedeschi che han detto di aver visto ?due torce che cadevano una vicina all?altra?, senza nemmeno capire se c?erano attaccati uomini. Purtroppo sì :cry: :cry: :cry: .

Ciao a tutti
C.


Per carità quello che dici è tutto vero però cose del genere mi lasciano alquanto perplessa e"scocciata" come dice "empaticamente"yo.
Non si puo mettere sullo stesso piano uno che va a Caionvico su un 4°con uno che scala l'Heiger o un'altro dei super alpinisti che fanno imprese stratosferiche al limite della sopravvivenza e del buonsenso umano.

Nel senso che mi sembra assurdo e insensato che uno possa lasciarci le penne in falesia su un 4°.

Difatti a me fanno sempre inkazzare come un'ape le chiodature chilometriche in falesia sui gradi facili e ogni volta che mi capita ci scankero, o addirittura torno indietro o evito la via.

Voglio dire: se vado in falesia è perchè mi voglio divertire e minimizzare i rischi per quanto possibile altrimenti me ne vado a fare una via in montagna accidenti!!!
Non vedo perchè se la via è di quarto e per il chiodatore è iperfacile mi deve mettere il chiodo dopo 4 metri anzichè dopo due, magari per qualcuno è il suo limite massimo o magari succede una cavolata qualsiasi(mi rimane in mano un appiglio, mi scivolaa un piede, mi cade un sasso su un braccio, mi esce un ghiro da un buco del ca@@o,trovo una vipera in parete o "altri animali feroci" o qualsiasi altra vaccata... :? )come magari è successo in questo caso e uno su di un quarto mi sfracello di sicuro, magari non si muore però se anche ci si salva è risaputo che sul facile ci si fa molto più male.


Adesso non voglio accusare nessuno, dato che non si sa ancora la dinamica del fatto,era solo uno spunto per tirare fuori questa questione che mi ha sempre infastidito.

Voglio dire che certe cose si potrebbero benissimo evitare invece c'è ancora gente che và a sbriciolare spit perchè non fanno parte della chidatura originale della falesia :evil: :evil: :evil: Lo trovo veramenrte assurdo come comportamento!!!!Posso ancora capirlo su vie di montagna ma in falesia la cosa proprio non mi va giù... :evil:


Sorry volevo solo sfogarmi :roll:
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Messaggioda AlpineMan® » mer mag 11, 2005 22:31 pm

"eiaKlim"

Non si puo mettere sullo stesso piano uno che va a Caionvico su un 4°con uno che scala l'Heiger o un'altro dei super alpinisti che fanno imprese stratosferiche al limite della sopravvivenza e del buonsenso umano.



tutto si puo' mettere sullo stesso livello!
il povero ragazzo era su di un quarto??
vabbe se era il suo limite il rischio c'e lo stesso...
se faceva gradi piu alti...per esperienza so che magari avra' saltato un po' di protezioni,e' cosa che fanno tutti io in primis!!

per quanto riguarda quelli dell'eiger,se lo avevano affrontato e' perche' ne avevano i mezzi per farlo...
non avrebbero rischiato nulla di piu che un apprendista su di un quinto in falesia...

buonsenso???vorresti dire che chi fa vie difficili di montagna e' solo un pazzo???

ok ok...allora io sono pazzoide...ma ne sono felice di esserlo!!
vorra' dire che sulla mia tomba ci metteranno...AlpineMan...fu pazzo...



Nel senso che mi sembra assurdo e insensato che uno possa lasciarci le penne in falesia su un 4°.


se 'e per questo ci si lacia le penne anche scendendo da una scala...
bisogna ficcarselo nella mente che il gesto dell'arrampicata porta indelebilmente con se quel poco di rischio che fa diventare questa disciplina unica ed amata da noi pazzoidi...

Difatti a me fanno sempre inkazzare come un'ape le chiodature chilometriche in falesia sui gradi facili e ogni volta che mi capita ci scankero, o addirittura torno indietro o evito la via.


inutile che ti incazzi!!!
devi semplicemente rispettare chi ha tracciato quella via,e come dici giustamente se nn ti va...devi solo che abbandonarla!!

perche' non ti tracci tu una tua via...ci faii un mutuo con l'azienda che produce gli spit...e te ne ficchi uno dietro l'altro...
che senso avrebbe una scalata del genere??


Non vedo perchè se la via è di quarto e per il chiodatore è iperfacile mi deve mettere il chiodo dopo 4 metri anzichè dopo due, magari per qualcuno è il suo limite massimo o magari succede una cavolata qualsiasi(mi rimane in mano un appiglio, mi scivolaa un piede, mi cade un sasso su un braccio, mi esce un ghiro da un buco del ca@@o,trovo una vipera in parete o "altri animali feroci" o qualsiasi altra vaccata... :? )come magari è successo in questo caso e uno su di un quarto mi sfracello di sicuro, magari non si muore però se anche ci si salva è risaputo che sul facile ci si fa molto più male.


parlo per esperienza personale...
se tizio e caio ci ha messo uno spit ogni 4 metri...e' perche' per come vede l'arrampicata Lui,,,nn ne servono altri piu vicini..
insomma snaturerebbero la linea e le sue difficolta'...

in montagna a volte anche io metto chiodi artigianali ogni 15-20 metri...
e nn me la sento di metterli piu vicini...
apro la via..l'istinto dice che li devo mettere li...e li ci restano..

se poi chi sale dopo se la fa sotto...puo' sempre battere ritirata...e magari andare su linee tracciate dai big del momento..dove far indigestione di spit e' ormai abituale..

in poche parole...ognuno traccia come gli pare..
i ripetitori non sono obbligati a passare su quella linea!!!



Voglio dire che certe cose si potrebbero benissimo evitare invece c'è ancora gente che và a sbriciolare spit perchè non fanno parte della chidatura originale della falesia :evil: :evil: :evil: Lo trovo veramenrte assurdo come comportamento!!!!Posso ancora capirlo su vie di montagna ma in falesia la cosa proprio non mi va giù... :evil:


non e' la questione falesia-montagna...
ma aver il rispetto per chi ha tracciato!!!
...il moderno uccide l'alpinismo classico...
........io resto nel passato!!!

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Messaggioda marco_my » gio mag 12, 2005 11:25 am

Io parto da questa considerazione:
...se è vero che gli spit sono esclusivamente mezzi di ASSICURAZIONE e ripeto di ASSICURAZIONE non vedo dove sia il problema di metterne 1 ogni 10 metri oppure 10 ogni metro. "Mezzo di assicurazione" non significa "mezzo di progressione" (...ammesso e concesso che non ci si tiri sul rinvio una volta agganciato allo spit). Semmai si potrebbe considerare il fatto che su di un passaggio estremamente difficile risulterebbe ostico staccare una mano dalla presa per rinviare.
Quindi arriverei alla conclusione che uno spit ogni metro e mezzo dovrebbe essere la regola ovviamente sempre quando è possibile: una via di 7b con 2 spit rimarrà di 7b anche con 30 spit. E BASTA CON LE SOLITE PARANOIE DELL'ASPETTO PSICOLOGICO (..QUELLO CHE FORSE PROVOCA GLI INCIDENTI!!!!) E RIVALUTIAMO UNA VOLTA PER TUTTE L'ASPETTO SPORTIVO IN NOME DI UNA MAGGIORE SICUREZZA.
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Messaggioda eiaKlim » gio mag 12, 2005 11:46 am

Se io metto un cordino 20 cm fuori dalla linea della tua ca@@o di via perchè di grazia me lo devi togliere? allora se a me stanno sulle palle i tuoi spit dovrei fare la stessa cosa e toglierli, è una stronzata!

Invece a uno che non gli va perchè gli rovinano la continuità la linea o qualsiasi altra cagata semplicemente non li usa, potrerbbero fare così tutti.

Quando uno dice che se un'altro gli aggiunge una protezione non è più la via come la pensata il chiodatore mi fa ridere, perchè uno la pensa così quando ha la "pretesa"che poi ci sia altra gente che la ripeta.(falesia)

Uno non si chioda una falesia intera perchè ci vuole andare lui e basta, lo fa anche pensando ad altra gente,e allora se altra gente ha voglia di aggiungerci qualsiasi altra minchiata cavoli loro; la falesia e la montagna non sono di proprietà del chiodatore(salvo rare eccezioni).
Se c'è già un oceano di spit su una parete mi spieghi quale accidenti di differenza fa uno in più o in meno??????????(magari ti salva solo la vita... :?: :!: Cacchio che sfiga... :? )

Il discorso non vale per la montagna, questo mi sta bene.
E' giusto che quella rimanga selvaggia, ricercata, insidiosa e tutte le altre cose...ecc...che uno va a ricercare quando va a fare quello.

Di certo uno che va in montagna non si lamenta del fatto che è chiodata male...Che minchiata!Gia tanto che ci sono le soste, di grazia..e per queste cose allora sì tanto di cappello a chi per primo con nulla e con le sue sole manine s'è preso la briga di scegliersi una linea, seguirla per arrivare ad una meta ecc...E rendo grazie a chi l'ha fatto e che ha permesso anche me povera cogliona che non farebbe mai una cosa simile, di fare la stessa cosa.Tanta manna che non se li è ripresi su i suoi chiodi ma me li ha lasciati.
Ma in falesia non puoi fare un discorso simile.(oltretutto uno viene giù dall'alto...Che senso ha?)

Per gli alpinisti super è un discorso a sè, non so quanti di loro facciano certe cose solo per il gusto di farlo, quanti vadano a ricercare un contatto sempre più vicino con la morte o col limite, quanti lo facciano per la fama, quanti abbiano qualche rotella fuori posto e quanti abbiano ingranaggi perfettamente funzionanti...
E comunque cavoli loro non lo saprò mai e non mi sento di parlare per loro conto,e non lo saprai mai nemmeno tu a meno che tu non possa leggere nel pensiero.
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Messaggioda eiaKlim » gio mag 12, 2005 11:51 am

marco_my ha scritto:Io parto da questa considerazione:
...se è vero che gli spit sono esclusivamente mezzi di ASSICURAZIONE e ripeto di ASSICURAZIONE non vedo dove sia il problema di metterne 1 ogni 10 metri oppure 10 ogni metro. "Mezzo di assicurazione" non significa "mezzo di progressione" (...ammesso e concesso che non ci si tiri sul rinvio una volta agganciato allo spit). Semmai si potrebbe considerare il fatto che su di un passaggio estremamente difficile risulterebbe ostico staccare una mano dalla presa per rinviare.
Quindi arriverei alla conclusione che uno spit ogni metro e mezzo dovrebbe essere la regola ovviamente sempre quando è possibile: una via di 7b con 2 spit rimarrà di 7b anche con 30 spit. E BASTA CON LE SOLITE PARANOIE DELL'ASPETTO PSICOLOGICO (..QUELLO CHE FORSE PROVOCA GLI INCIDENTI!!!!) E RIVALUTIAMO UNA VOLTA PER TUTTE L'ASPETTO SPORTIVO IN NOME DI UNA MAGGIORE SICUREZZA.
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Esatto!!!Il discorso è che certe cose volendo si potrebbero tranquillamente evitare.Invece bisogna sempre scontrarsi con un'etica insensata che a volte porta a conseguenze tragiche inutilmente.
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Messaggioda AlbertAgort » gio mag 12, 2005 12:16 pm

marco_my ha scritto: E BASTA CON LE SOLITE PARANOIE DELL'ASPETTO PSICOLOGICO


che è comunque l'aspetto dominante in tutte le situazioni della vita. ci sono persone che sollevano una macchina perchè sotto ce una persona cara, ci sono persone che fanno fatica a fare le scale perchè hanno passato una giornata di merda. come si fa a dire che una via di 7b con 2 protezioni è uguale a una con 10 protezioni. inutile, quando rinvii il cuore si calma, sei meno teso e spendi meno energia.


e sono totalmente d'accordo con eiaklim
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Messaggioda quilodicoequilonego » gio mag 12, 2005 13:01 pm

eiaKlim ha scritto:
marco_my ha scritto:Io parto da questa considerazione:
...se è vero che gli spit sono esclusivamente mezzi di ASSICURAZIONE e ripeto di ASSICURAZIONE non vedo dove sia il problema di metterne 1 ogni 10 metri oppure 10 ogni metro. "Mezzo di assicurazione" non significa "mezzo di progressione" (...ammesso e concesso che non ci si tiri sul rinvio una volta agganciato allo spit). Semmai si potrebbe considerare il fatto che su di un passaggio estremamente difficile risulterebbe ostico staccare una mano dalla presa per rinviare.
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Esatto!!!Il discorso è che certe cose volendo si potrebbero tranquillamente evitare.Invece bisogna sempre scontrarsi con un'etica insensata che a volte porta a conseguenze tragiche inutilmente.


Chiedo scusa, siamo O.T.
Ma non sono d'accordo per niente.
Se uno traccia una via di 100m con 3 spit, non obbliga nessuno a ripeterla.
Ce ne sono a migliaia di vie con uno spit ogni 3 metri o meno, basta scegliere e andare.
Uno sarà in grado di vedere come è protetta una via prima di salirci no ? Altrimenti quando lo capisce torna indietro.
Non sono l'unico a pensarla così, ma tanti sono stufi di parlarne.
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Messaggioda eiaKlim » gio mag 12, 2005 13:16 pm

L'aspetto psicologico però è un po' un discorso a sè stante...

Anche perchè assieme alla chiodatura si valuta anche l'esposizione, l'altezza è altre cose per dare il grado ad una via...
Su quello non saprei dare un parere.

A me in particolare da più fastidio la faccenda sopra cioè che sul facile uno chida lungo e guai a chi ci aggiunge qualcosa...Poi la gente si sfracella giust'appunto perchè è facile e questo si puo oggettivamente evitare.

Uno che vola su un 7c in genere non si fa un graffio anche se è chiodata un po' lunga, magari non tocca nemmeno la parete, un volo degli stessi metri su 4°, ma anche 5° e 6° puo essere devastante o letale.

Con questo non voglio dire il 4°bisognerebbe chiodarlo corto e il 7° lungo semplicemente uno che chioda in falesia dovrebbe pensare anche a queste cose per chiodare bene una via sportiva: che il rinviaggio sia comodo e non spezzi il movimento, che uno non rischi la vita nei limiti del possibile e dell'evitabile, valutando i singoli passaggi della via di qualunque grado essa sia.
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Messaggioda Buzz » gio mag 12, 2005 13:24 pm

non si può rendere sicuro tutto ciò che si fa;
ciò è in contraddizione con il fatto che prima o poi si deve morire.

uno può ragionevolmente decidere se vuole assumersi certi rischi oppure no; oppure può assumerseli senza rendersene conto, ma responsabile della sua ignoranza è comunque sempre e solo lui

e sia chiaro che non mi riferisco al fatto specifico, ma a qualunque situazione - e sono milioni - che può portare, nella vita di un individuo, ad avere un incidente con possibile morte.


la ricerca ossessiva della sicurezza - ovunque - è un modo compulsivo per scacciare la paura della morte, tipica di questa società, che crede di dominare la natura, di avere tutto sotto controllo ma... quello proprio ancora non ci riesce...

quando ci confrontiamo con la natura, ci confrontiamo con noi stessi per quello che siamo veramente, degli involucri molto fragili, a cui basta un contatto con la roccia provocato da una caduta da un metro per fracassarci, a cui basta una misera escursione termica di qualche decina di gradi per uscire fuori dal range in cui sopravviviamo...

ragionare su questo non porta al fatalismo...
è giusto anche capire perchè le cose accadano, per imparare, come abbiamo sempre fatto, dagli errori degli altri,
tuttavia bisogna accettare la possibilità che avvengano.
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Messaggioda quilodicoequilonego » gio mag 12, 2005 13:32 pm

Secondo me è sbagliato dire che la colpa è di chi ha chiodato lungo. Soprattutto in falesia puoi facilmente valutare tutto da terra, prima di iniziare la via. L'errore di valutazione capita, la possibile sfiga è in agguato, ma perchè dare la colpa ad altri ? Abbiamo bisogno di un tutore ? Non sappiamo valutare più niente ? Io ho rischiato molto di più su vie super protette (per miei errori) che su altre note per esser pericolose. Su quelle pericolose sapevo di essere nella m, e stavo attento a tutto. Su quelle sicure è più facile sbagliare (anche in modo grossolano), e a volte per una caxxata è la fine.
Se io ritengo una via troppo pericolosa, non ci salgo, ma se lo faccio e mi faccio male, non è colpa di chi l'ha chiodata, è solo colpa mia. Sapevo a cosa andavo incontro ed ho sbagliato io. Sia in montagna che in falesia.

(+/- ho ripetuto Buzz, ma stavamo scrivendo assieme...)
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Messaggioda biemme » gio mag 12, 2005 13:37 pm

Buzz ha scritto:non si può rendere sicuro tutto ciò che si fa;
ciò è in contraddizione con il fatto che prima o poi si deve morire.

uno può ragionevolmente decidere se vuole assumersi certi rischi oppure no; oppure può assumerseli senza rendersene conto, ma responsabile della sua ignoranza è comunque sempre e solo lui

e sia chiaro che non mi riferisco al fatto specifico, ma a qualunque situazione - e sono milioni - che può portare, nella vita di un individuo, ad avere un incidente con possibile morte.


la ricerca ossessiva della sicurezza - ovunque - è un modo compulsivo per scacciare la paura della morte, tipica di questa società, che crede di dominare la natura, di avere tutto sotto controllo ma... quello proprio ancora non ci riesce...

quando ci confrontiamo con la natura, ci confrontiamo con noi stessi per quello che siamo veramente, degli involucri molto fragili, a cui basta un contatto con la roccia provocato da una caduta da un metro per fracassarci, a cui basta una misera escursione termica di qualche decina di gradi per uscire fuori dal range in cui sopravviviamo...

ragionare su questo non porta al fatalismo...
è giusto anche capire perchè le cose accadano, per imparare, come abbiamo sempre fatto, dagli errori degli altri,
tuttavia bisogna accettare la possibilità che avvengano.


superquoto x intero ....(come ca77o si disegna un'ovazione ?)
ciao
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Messaggioda eiaKlim » gio mag 12, 2005 13:53 pm

infatti stiamo dicendo precisamente la stessa identica cosa!

Se vado in montagna ci vado perchè mi piace, e conosco i rischi che possono esserci, non è colpa di nessuno e di certo non di chei ha chiodato la falesia se uno si è sfracellato, per l'amordiiddio.
Mi sono sfracellata pure io e non mi son certo messa ad imprecare contro la chiodatura lunga, non me l'ha mica ordinato il dottore di fare quella via...

Il chiodatore avrà ben pensato che per lui le protezioni andavano bene così su quella via.

Quello che critco io è il perchè un'altro che ha un'altro concetto di sicurezza non ci possa aggiungere delle protezioni a sue spese in una falesia per arrampicata sportiva?
Se questo può evitare degli incidenti perchè non è etico? che diritto ha uno di inculcare il prioprio concetto di sicurezza a tutti gli altri che frequentano lo stesso posto?
Perchè la sua va bene e quella degli altri no?
Se c'è una falesia con dei passaggi chiodati ogni metro e degli altri ogni 4 che importanza ha se uno ha voglia di aggiungerci un altro paio di spit per la propria sicurezza e quella degli altri?


Io la vedo come una bambinata da asilo nido, altro che etica:
gne gne io l'ho fatto cooooooosìììì..gne,gne,gneeeeeeeeeeeee e adesso lo fai così anche tuuuu....tiè tiè tièèèèèèèèèèèèèè...perchè l'hooooo visto prima iooooooooooooooooooooooooooooo pappapero,pappappaaa,trallalero tralallaaaaaaaaa
E so lo fai diverso non è più vaaaaalido gne gne gneeeeeeeeeeeee...
Ti vengo a togliere lo spit perchè l'ho visto prima io,io, io,io,io


poi la gente muore
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Messaggioda HappyFra » gio mag 12, 2005 13:54 pm

Oltre a straquotare Buzz anch'io, vorrei dire la mia sul solito stra-dibattutissimo argomento se il "rischio" faccia grado o no, se abbia senso o meno in falesia. Forse è perché sono vecchietto e arrampico da molti anni, da prima che esistessero gli spit, ma credo che nell'esperienza complessiva di salire una via, che sia un mono tiro o una via lunga, l'esposizione e l'impegno legato anche alla quantità (e dico quantità e non qualità) delle protezioni rappresenti un fattore imprescindibile.
Ne abbiamo già parlato altre volte, ma esistono molte vie, anche monotiri, chiodate in modo abbastanza severo che se (o quando) rispittate con una protezione ogni due metri hanno completamente cambiato senso.
Ormai in Italia e in Europa occidentale in genere si trovano vie di tutte le difficoltà chiodate vicine, da tutte le parti e in gran numero, per cui non esiste certo un problema di scarsità. Fatto salvo che non mi piacciono le vie chiodate male, dove non rischi solo un volo lungo, ma anche di farti male o peggio, credo che andare ad aggiungere chiodi su vie già esistenti sia nella maggior parte dei casi una cazzata. In tantissime situazioni non si tratta di vie di 5 chiodate lunghe da gente che scala sul 7b, ma di una scelta ragionata del chiodatore che ha voluto inserire un elemento "psicologico" nella salita, anche quando al proprio limite.
Ad esempio, di recente sono state richiodate delle vecchie vie della Bastionata del Lago, a Lecco, aggiungendo spit in punti dove non si rischiava di farsi male, ma voli di diversi metri sì. Tecnicamente il grado non cambia, i movimenti sono gli stessi, ma l'esperienza, le emozioni, il livello di impegno e di preparazione richiesta ne escono stravolte. Che senso ha? Solo per permettere a tutti di salirle? Chi lo ha detto che tutti devono salire da tutte le parti?
Ne ho già scritto: molti anni fa ho aperto le prime vie a spit in un settore (Vaccarese) poi diventato molto popolare. Nei tiri dove io avevo messo 4 o 5 spit adesso ce ne sono 14. Sono diventate vie popolari, ma personalmente mi ha molto rattristato. Quello che ho vissuto io su quel pezzo di roccia, l'intensità di quella esperienza, è sparita per sempre.
Ogni problema complesso ammette almeno una soluzione semplice. Sbagliata.


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Messaggioda eiaKlim » gio mag 12, 2005 14:29 pm

Purtroppo non lo capisco come criterio.

Comunque un'altro che sale una via che hai chiodato te non è te ed in ogni caso non puoi fargli provare quello che hai provato tu salendo e spittando quella via.
Dovrebbe entrarti dentro per capirlo. 8O

Comunque devi mettere in conto che non provi sensazioni uguali alle tue, a uno che è abituato ad andare in montagna su gradi più difficili i tuoi 4 0 5 spit magari gli fanno una pippa,un'altro è terrorizzato e magari pensa che bravo chi l'ha chiodata ed è passato...(sempre che sia passato da sotto e non da sopra... :? )
E' questo "bisogno di fama" e ammirazione che non concepisco, che bisogno c'è che uno debba terrorizzarsi per riconoscere la tua maestosità?
Cosa te ne viene in tasca?
Non capisco da dove nasce un'esigenza di questo tipo?(non è una critica a te in particolare Fra intendiamoci, vorrei solo capire questa cosa... :wink: Poi menomale che c'è gente che lo fa... :D ).

Non sei gia soddisfatto dell'opera che hai fatto?Perchè se ci trovi due spit in più bisogna rimanerci male?Boh?
I tempi cambiano, le esigenze sono diverse, c'è più gente che arrampica e quando succedono degli incidenti sono inevitabili polemiche di questo tipo.
Lei...è come un pomodoro...

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Messaggioda HappyFra » gio mag 12, 2005 18:33 pm

Penso (spero) che tu mi consoca abbastanza da sapere che del bisogno di fama non me ne frega una pippa... Non è quello, e nemmeno il fatto di sentirmi più o meno bravo o più o meno forte e coraggioso. Molto più semplicemente, almeno nella mia esperienza personale, la dimensione di concentrazione che si attiva nell'arrampicata "impegnativa" rappresenta una esperienza totale che non sono mai riuscito a provare in nessun altro contesto della vita, nemmeno nella meditazione (il che testimonia la mia scarsezza di meditatore... :( :( :( )
Quei dieci o venti minuti di tempo che interocorrono tra il momento in cui si staccano i piedi da terra e il moschettonaggio della catena di un tiro abbastanza impegnativo a vista rappresentano un'occasione formidabile di provare la focalizzazione totale, la presenza acuta al presente, la mente che si vuota da tutti i rumori di fondo e, semplicemente, esiste.
Forse è un mio limite, ma uno spit ogni metro e mezzo rende molto più difficile attivare questo livello di concentrazione, e questo sminuisce e banalizza l'esperienza dell'arrampicata.
Così come se diventasse obbligatorio arrampicare solo con la corda dall'alto probabilmente smetterei, nello stesso modo una via con spit troppo vicini non riesce a diventare un'esperienza davvero soddisfacente.
Mi rendo conto che questa sia una visione soggettiva che non voglio imporre a nessuno, ma così come io non vado a spaccare gli spit sulle vie che mi sembrano chiodate troppo vicine, così mi sembra un segno di rispetto lasciare spazio anche a tiri dove per arrivare in catena serve qualcosa di più di dieci dita forti.
Ogni problema complesso ammette almeno una soluzione semplice. Sbagliata.


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Messaggioda quilodicoequilonego » gio mag 12, 2005 18:59 pm

happyfra ha scritto:...così come io non vado a spaccare gli spit sulle vie che mi sembrano chiodate troppo vicine, così mi sembra un segno di rispetto lasciare spazio anche a tiri dove per arrivare in catena serve qualcosa di più di dieci dita forti.


...su qualcosa siamo perfettamente d'accordo, c'è spazio per tutti, lasciatene un po' anche ai romantici :roll:
enzo
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In arrampicata, cosa c'è di più artificiale del trapano ?
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chi più ne ha più ne metta..........

Messaggioda brixia11 » gio mag 12, 2005 19:24 pm

Avevo detto che postando il topic sull?incidente prevedevo discussioni :twisted: :twisted: :twisted: ma non questa diatriba su spittare, difficoltà e psicologia. Mmiiiiiiiii che polemiconi siete, raga :!: :!: :!:

Prima di addentrarmici a mia volta, vorrei 1 secondo ritornare all?oggetto originario, ossia la disgrazia di Caionvico :cry: :cry: :cry: , per la quale l?altro giorno i colleghi VV FF di Brescia Centro hanno simbolicamente suonato l?ultima sirena di PierPaolo Molinari mentre una loro autoscala fungeva da struggente carro funebre trasportando la bara, senza retorica, a passo d?uomo. E quindi un pensiero vada a quell?uomo troppo giovane per essere gia adesso ?andato avanti? come si usa dire fra i Veci degli Alpini :cry: :cry: :cry: .

Allora: non si sa ancora un belino di niente sulla dinamica :?: . Adesso inizia il balletto di voci di corridoio di cui è bene non fidarsi. Addirittura è saltato fuori che invece che essere sulla paretina a sx del Nano (ossia un 4a-4b) sarebbe stato su una via strapiombante (quale??!?) e che sarebbe caduto a testa in giù! Comincia la ridda di notizie contraddittorie?.Ma aspettiamo pazienti. Poi diremo la nostra. E in ogni caso pare non fosse un pivello ma uno capace ed esperto. Pare inoltre stesse mostrando delle manovre ad amici forse meno esperti. Quindi era probabilmente ben al di sotto del suo grado limite. Ed inoltre sicuramente non stava salendo a vista perché era la falesia di casa, dato che abitava lì da sempre. Che gli si sia sbriciolato un appiglio in mano per ora non è stato ancora detto, però tutto può essere, soprattutto a inizio stagione dopo il gelo invernale. Altra cosa possibile può essere stato un malore (raro, ma anche a un 28enne sanissimo può capitare). Oppure un banale inciampo. Meno probabile ma non impossibile il morso di una vipera o la puntura di una vespa (ho assistito a tale evento, visto con i miei occhi, su Silvia, un 6a alla Corna Rossa dei Mantovani / Virle di Brescia: per fortuna il climber era in top rope moulinette) però la vipera lascia tracce autoptiche inequivocabili; la vespa, gli aracnidi o l?ape non credo. E? tutto. Appena so, mando in Forum.
Comunque non volevo paragonare il sabato pomeriggio di Molinari a Caionvico con l?impresa titanica del compianto Claudio Chiaudano sull?Eiger, non sono demente :( :( :( . Era solo per dire che quella di Caionvico è una verità che a poco a poco salterà fuori (se si vorrà) perché due dei tre protagonisti sono sopravvissuti incolumi, mentre la recente tragedia dell?Eiger non ha né sopravvissuti né testimoni diretti quindi nessuno saprà mai perché quei due fortissimi alpinisti sono morti. C?è anche chi la nord dell?Eiger l?ha fatta da solo slegato in 6 ore, poco tempo fa, polverizzando tutti i precedenti record (Andrea Mutti, Guida alpina di Brescia).


SPIT/PSICOLOGIA/GRADI ecc

Questo è un altro topic, ma ben si concatena con l?incidente, quindi ok parlarne. Lo sanno anche i sassi che è una questione vecchia come il mondo.

In qs gg sto leggendo una bella biografia di Paul Preuss: già allora (inizio 1900?) c?erano le varie fazioni. Preuss (caduto a causa di una bufera!) era arrivato a dire che non considerava di aver veramente scalato una montagna o una via se non riusciva a salirla (ed anche a scenderla) totalmente slegato :roll: :roll: :roll: .

In tempi più recenti il grande Cesare Maestri un giorno, nel periodo della conquista del ?Cerro Torre? (1959: la maggior parte di noi non era nata?), era a Campiglio (ove tuttora risiede ed ha una boutique): alcune guide arroganti lo accusavano di essere un trapanatore umano (in effetti lo era, ed il mostruoso compressore penzola ancora dal ?Torre?) buono solo a scalare in artificiale. Per dimostrare il contrario e zittirli, detto fatto, è andato di fronte al Brentei e si è messo a salire, senza problemi, slegato e da solo, andata/ritorno non stop, ossia in salita e poi in discesa, nientemeno che la via delle Guide :!: :!: :!: . E?, come noto, un itinerario sul Crozzon, a destra del canalone Neri, mille metri di quinto e sesto classici, aperto anni prima dal leggendario Bruno Detassis (chi di voi l?ha conosciuto? Io ho ancora i brividi?). I criticoni rimasero con le bocche aperte, sbeffeggiati ed increduli :o :o :o . Lui, tranquillo, probabilmente sogghignava dietro la barbaccia ispida.


Ma quelli erano i tempi dell?alpinismo eroico e romantico. Tantissimi grandi sono caduti. Anche oggi cadono. Inevitabile che ad alto livello i rischi siano maggiori.

OGGI

Basta divagare, torniamo al tempo d?oggi. Bisogna fare un mare di distinguo :idea: :idea: :idea: :idea: :idea: .

Separiamo se possibile le vie alpinistiche in ambiente dalle falesie.

VIE ALPINISTICHE IN AMBIENTE

In ambiente ci sono vie classiche e famose (esempio: la normale del Campanil Basso, e mille altre) risalenti a molti decenni fa, aperte dal basso, con scarponi rigidi e attrezzi d?epoca: quelle vie sono veri monumenti della storia dell?alpinismo e sarebbe una profanazione trapanarle con uno stupido piantaspit :( :( :( . Vanno conservate come sono, al massimo sostituendo i ferri o i cordini deteriorati. Sino a che la natura non le farà crollare come fu nel 2003 per la Cimenée del Cervino. Su questo siamo tutti d?accordo, spero, perché è un caso limite 8O 8O 8O .

Sulle vie moderne il caso è un po? dubbio :?: :?: perché tutte le argomentazioni che avete esposto hanno, ciascuna, una propria innegabile valenza. C?è chi vuol mantenere lo stesso spirito d?avventura dei primi salitori e lasciare la via che hanno aperto appannaggio di chi ha le loro capacità o superiori. E c?è chi invece vuole percorrerla ma con maggior protezione.
Io credo che non si debbano forgiare regole rigide ed universali. Ci vuole buon senso e fare tutto cum grano salis :roll: :roll: :roll: . Per esempio: non tutte le strutture rocciose, salvo alcune placche, richiedono per forza lo spit. Si può anche mettere nuts, friends et similia. Se ci sono clessidre o alberi idem. Se ci sono fessure anguste il caro vecchio chiodo da roccia nelle sue mille fogge si può piantare e togliere senza recare troppo danno alla parete. Tutte queste protezioni consentono di limitare la lunghezze dell?eventuale volo ma, una volta tolte, la via resta uguale come prima. Certamente lo spit è più ?comodo?: basta attaccarci una coppia e si ha già rinviato :P :P :P :P :P :P !

FALESIE
Le falesie per chi arrampica hanno vari scopi e si deve tenerne conto. Servono ad allenarsi o ad arrampicare quando in quota non si può. Ma servono anche come campo scuola. Oppure come terreno d?azione per uno sport ben preciso che è il free climbing, che, per certi versi, pur con tutte le analogie che volete, si può considerare separato, avulso dall?alpinsimo. Ma tutti questi scopi possono avere esigenze ben diverse e a volte contrastanti. Ecco perché i fruitori della falesia hanno opinioni così incompatibili. E? chiaro che il free climber cerca di primeggiare nella prestazione psicofisica, e considera grado anche il pericolo. Infatti dice se io sono capace di fare, lavoratissimo, il 7c, sul 7a sono nel mio terreno di gioco e per capire quanto lo domino voglio la chiodatura che dico io. E sono tantissimi a pensarla così. Altri invece vogliono ricercare non la sfida /dominio con i suoi limiti ma l?efficienza fisica del gesto plastico, quasi una danza verticale. E vuol pensare solo al movimento, allo scarico degli equilibri, al controllo ottimale del corpo. Non vuole pensare che potrebbe volare e farsi male. Ancora di più per le scuole: l?allievo non deve rischiare. Secondo me una buona regola, visto che c?è una quantità notevole di falesie dappertutto, e migliaia (tante migliaia) di vie, potrebbe essere quella di rispettare la destinazione d?uso originaria. In ogni caso anche in falesia può andar bene il discorso di clessidre, alberi, friends, nuts, e, perché no, anche chiodi togli e metti, prima di arrivare a piantare spit "nuovi". Buon senso: di quello non ce n?è mai troppo :lol: :lol: :lol: !
Credo che in ogni caso le possibilità di volare troppi metri non dovrebbero esserci. Per nessuno. Solo che stabilire quanto è il ?troppo? diventa estremamente opinabile. Ti puoi ammazzare volando 4-5 metri (raro, ma può succedere) come puoi volare 12 metri e al massimo strizzarti un po? la pancia.

Mi fermo qui! A voi !!

C.
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Re: chi più ne ha più ne metta..........

Messaggioda Aldino » ven mag 13, 2005 9:11 am

off topic
brixia11 ha scritto:C?è anche chi la nord dell?Eiger l?ha fatta da solo slegato in 6 ore, poco tempo fa, polverizzando tutti i precedenti record (Andrea Mutti, Guida alpina di Brescia).

Per la precisione: polverizzando tutti i precedenti record lombardi.
Io ricordo Christoph Hainz un 23 marzo di alcuni anni fa in 4 ore e mezzo sulla stessa parete...

in topic
ci esaltiamo tanto per l'hard grit e poi vogliamo le falesie certificate CEE?
Il vigile è stato sicuramente sfortunato e forse ha commesso qualche errore. Gli è successo in falesia, gli poteva succedere per strada, a casa o al mare o al lavoro.

L'unica cosa utile sarebbe che questi fatti veniss eroanalizzati oggettivamente e che i risultati fossero pubblicati. Forse questo aiuterebbe ad evitare qualche incidente.
Aldino
 
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Re: chi più ne ha più ne metta..........

Messaggioda Buzz » ven mag 13, 2005 9:19 am

brixia11 ha scritto:Avevo

C.



mi spiace per la tua fatica...
magari tienilo copiato da qualche parte e man mano che si parla di certe cose utilizza i vari stralci...

ma pensi davvero che uno si metta a leggere tutto e poi che ti risponda esaustivamente?
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