Finalmente oggi mi sono deciso a colmare questa lacuna.
Il Pramaggiore è la quarta cima per altezza del parco delle Dolomiti Friulane, dopo Cima dei Preti, Duranno e Cridola.
Alto 2478m, potrebbe sembrare un montarozzo secondario in confronto ai giganti ampezzani, ma a noi di qua non ce ne frega un razzo.
Secondo il mio modestissimo parere, la grande area che va dagli Spalti di Toro al Pramaggiore è indubbiamente la più suggestiva del parco e comprende dei veri e propri gioielli sia per chi cerca l'ingaggio alpinistico che per chi ama esplorare valli silenziose e abbandonate.
Il Pramaggiore offre una visuale unica su questa area.
Il giro parte dal parcheggio sotto il Rif. Pordenone alle 8.30 circa.
Tardi per i miei gusti, ma la sera prima ho astutamente calcolato i tempi considerando il viaggio in macchina fino a Cimolais, senza contare la ravanata lungo la val Cimoliana.
Non è la prima volta che capita...e neanche la seconda
Il Pramaggiore può essere raggiunto da diversi punti di partenza, come il rif. Pussa in val Settimana o Andrazza dal lato Forni. Non ci sono grosse differenze di dislivello tra i vari percorsi, io ho scelto il rif. Pordenone perchè ho altri programmi sugli altri versanti.
La prima parte è gradevole, anche se un po' monotona. Un po' di saliscendi e pendenze sempre molto comode lungo la val Postegae, che alterna bosco e mughi lungo un torrente senza nome.
Verso la fine di val Postegae si imbocca la val dell'Inferno (che di infernale non ha proprio niente), fino ad arrivare al primo punto di interesse: il bivio tra il sentiero che prenderò verso forcella Pramaggiore e il sentiero che sale la val di Guerra fino al passo del Mus e il vicino torrione Comici, per un eventuale collegamento con la val di Brica.
Continuando verso il Pramaggiore, ci si lascia alle spalle il versante sud della cima Brica e il vasto assortimento di cime secondarie senza nome:
Continuando verso la forc. Pramaggiore lungo la val dell'Inferno, si attraversa una delle zone più frequentate dagli stambecchi del parco. Purtroppo all'andata vedo solo molta cacca di stambecco e un paio di esemplari molto timidi in lontananza.
L'infernale val dell'Inferno con pessimo difetto da controluce:
Avvicinandosi alla forcella Pramaggiore, si comincia ad apprezzare la natura estremamente
friabile dell'area, che sarà una costante fino in cima:
Dalla forcella si può finalmente dare la prima occhiata agli ultimi 200m di dislivello che mancano alla cima, con un gruppo circa a metà strada:
Due parole sulla salita. Le relazioni che ho visto la danno tra I+ e II. Non ci sono particolari problemi di esposizione, ma tutto il tratto è estremamente friabile e instabile. La traccia è segnata con bolli rossi (pure troppi) ma può essere interpretata liberamente. Io personalmente ho fatto un paio di passaggi un po' più "rampegosi" per evitare delle porcate su ghiaia in bilico su altra ghiaia in bilico su rocce spaccate.
Niente di troppo impegnativo in ogni caso.
Dalla cima il panorama, come previsto, è spettacolare.
Verso nord-ovest, cima Brica davanti agli Spalti di Toro:
Tra le cime, un minuscolo puntino rosso attira la mia attenzione. E' il lontano bivacco Marchi-Granzotto, nell'estremità più alta della val Monfalcon di Forni.
Considerando che è distante circa 8km, mi stupisce la qualità dello zoom.
Verso ovest-sudovest si sviluppa la lunga cresta del monte Pramaggiore.
Verso est, il monte Rua e la verde val del Clap, in cui si vede la casera Pramaggiore.
A ovest, gli onnipresenti Duranno e cima dei Preti.
L'unica mia compagnia in cima è un volatile, per niente impaurito, che dopo un po' di titubanza si è anche deciso a mangiare i pezzetti di paninazzo gentilmente forniti dal sottoscritto.
In posa sulla cassetta del libro di vetta:
Al ritorno incontro finalmente da vicino i famosi stambecchi del parco. Sono quattro o cinque, ma il protagonista è decisamente un maschio a pochi passi dal sentiero che non si scomoda neanche quando arrivo a una ventina di metri per fotografarlo.
Mentre noto che le corna sono lunghe almeno una settantina di centimetri, comincio anche a realizzare che un'improvviso, benchè altamente improbabile, giramento di palle dello stambecco potrebbe indurlo a fornirmi un paio di buchi decisamente inutili.
Quindi la smetto di stressarlo con le foto e lo lascio alle sue meditazioni, scendendo per il sentiero percorso all'andata.
Dislivello: credo sui 1500m a causa dei saliscendi nella prima parte.
Gran movimento di gente in zona rif. Pordenone, ma la maggior parte salivano verso il campanile e le altre valli degli spalti.
Dal mio lato ho incontrato il gruppetto che saliva prima di me, due solitari saliti dopo di me e un paio di coppie lungo il sentiero.
Mi scuso se le foto sono troppo grandi.
Se sono eccessive fatemelo sapere e non farò assolutamente niente, ma almeno la prossima voltà le rimpicciolirò un po' di più.