da VECCHIO » lun feb 02, 2015 20:44 pm
da ncianca » lun feb 02, 2015 23:21 pm
da Mork » mar feb 03, 2015 0:48 am
ncianca ha scritto:Ravanare oggi si dice "mixed climbing". Aggiornati VECCHIO
da scairanner » mar feb 03, 2015 0:51 am
da VECCHIO » mar feb 03, 2015 9:37 am
da Pié » mar feb 03, 2015 10:18 am
da monaco » mar feb 03, 2015 10:27 am
da grizzly » mar feb 03, 2015 10:43 am
da Poldo » mar feb 03, 2015 11:16 am
VECCHIO ha scritto:No, sbagliato, nessuno monturato, ci siam trovati tutti grangrimpati
Errore, due errori, era un cordone presente infilato doppio e si andava a destra: lo farò presente al colpevole, ma non capisco
da il Duca » mar feb 03, 2015 12:03 pm
da VECCHIO » mar feb 03, 2015 17:50 pm
da il Duca » mar feb 03, 2015 18:05 pm
da ncianca » mar feb 03, 2015 19:04 pm
da VECCHIO » mar feb 03, 2015 19:45 pm
ncianca ha scritto:Comunque meriti stima anche solo perché hai inserito una cosa del genere nella sezione "Alpinismo - Grandi montagne - Spedizioni"
da VECCHIO » mar feb 03, 2015 19:47 pm
Poldo ha scritto:VECCHIO ha scritto:No, sbagliato, nessuno monturato, ci siam trovati tutti grangrimpati
Errore, due errori, era un cordone presente infilato doppio e si andava a destra: lo farò presente al colpevole, ma non capisco
...dalla foto sembra che le corde siano state moschettonate al contrario in entrambi i rinvii.....
da ncianca » mar feb 03, 2015 19:53 pm
VECCHIO ha scritto:ncianca ha scritto:Cosa vuoi dirmi?
da Payns » mar feb 03, 2015 22:37 pm
VECCHIO ha scritto:RAVANATA:
definizione stretta del salire una via in ravanata:
-di solito la via che si sceglie è di roccia e viene percorsa abitualmente nelle stagioni calde, può essere sempre di roccia, ma percorsa solo d'inverno perchè troppo mobile; magari ci sono dei chiodi e alcune soste hanno anche uno spit che però di solito d'inverno è nascosto dalla “rogna”
-le condizioni della via non sono mai quelle che si supponevano quando la si pensava, né tantomeno quelle che si vedono da una distanza superiore ai 10 metri, spesso sono totalmente diverse, tipo ghiaccio dove avrebbe dovuto esserci roccia e viceversa, o fessure e placche in condizioni “disdicevoli”
-manca sempre tutto il materiale necessario per una progressione abbastanza sicura
-il verglass abbonda, sopratutto dove bisogna arrampicare e spalmare i piedi
-il marciume e l'erba terrosa sono gelati, ma ricoperti solo da neve polverosa, mai da uno strato di ghiaccio decente
-il ghiaccio o è vetro sottile o è grossa spugna terrosa
-la tempistica può essere anche sbagliata per multipli interi
-per andare all'attacco o per scendere bisogna trovare nuovi itinerari per evitare zone potenzialmente mortali
-la pazienza è a livelli paragonabili a quella menzionata per i viaggi interstellari
-la chiodatura su terra e su marciumi è essenziale
-portare una sola picca è sbagliato, prima o poi si rimane impelagati e il livello di esternazione vocale raggiunge sonorità veramente impressionanti
-la discesa da un altro versante della montagna, con conseguente allungamento del viaggio in auto, se qualcuno pietoso ti raccoglie, è da preventivare
-relazioni, descrizioni tecniche e info lasciano sempre il tempo che trovano, però servono per aumentare la sicurezza psicologica: la frase ricorrente è dove c.zo siamo finiti, specialmente quando si viene investiti a lungo da scariche di neve, pur vedendo il cielo blu
-il freddo è relativo, serve per far “star su” la roba dove ci si attacca, per poter usare picca e ramponi, ma anche per permettere alle mani-dita di “tenere” gli svasi verglassati: si incollano bene e tengono molto meglio del solito, ma bisogna stare attenti a non spostarle subito perchè si staccherebbe la pelle e non aspettare più di 15-20 secondi perchè scaldano e scivolano
-il vento pulisce un po' e quindi se leggero è gradito
-il sole, se mai capitasse di vederlo, scioglie il verglass e aumenta la precarietà di qualche passaggio, ma è sempre molto gradito
-i gradi della via non significano niente: uno strapiombo faticoso e difficile è agognato sia per la roccia pulita che per la possibilità di alzare a livelli accettabili la temperatura corporea
-l'abbigliamento è sempre sbagliato
-….......
A seconda dei pesi che si danno a ciascuno di questi punti si crea una gradazione della difficoltà della via, ma di solito tutto è irripetibile, chiunque salga la stessa via vive un'avventura diversa: si incasina diversamente, anche a pochi giorni di distanza, penso che inglesi e slavi possano essere più esaurienti e precisi.
Direi che la ravanata è libera espressione personale al difuori di qualsiasi sistema che noi codifichiamo con arrampicata su roccia, su ghiaccio, misto, o altro per non parlare della tecnica che è estremamente creativa, “variopinta” e quasi mai ripetibile anche dalla stessa persona.
Eppoi, alla fine, all'automobile, o a letto se si riesce a dormire perchè l'adrenalina è proprio alta, si è al settimo cielo: il livello è stellare.
Ps: la ravanata viene chiamata in alcuni ambienti estremizzanti la porcellata e ha una gradazione che si adatta alla definizione
Pps: ogni tanto fare una ravanata fa bene, ridimensiona tutto ciò che si ritiene di sapere e controllare
Ppps: l'assuefazione provoca l'estraniamento da qualsiasi realtà più o meno razionale
da monaco » mer feb 04, 2015 12:31 pm
da monaco » mer feb 04, 2015 13:19 pm
da Pié » mer feb 04, 2015 13:51 pm
VECCHIO ha scritto:RAVANATA:
definizione stretta del salire una via in ravanata:
-di solito la via che si sceglie è di roccia e viene percorsa abitualmente nelle stagioni calde, può essere sempre di roccia, ma percorsa solo d'inverno perchè troppo mobile; magari ci sono dei chiodi e alcune soste hanno anche uno spit che però di solito d'inverno è nascosto dalla “rogna”
-le condizioni della via non sono mai quelle che si supponevano quando la si pensava, né tantomeno quelle che si vedono da una distanza superiore ai 10 metri, spesso sono totalmente diverse, tipo ghiaccio dove avrebbe dovuto esserci roccia e viceversa, o fessure e placche in condizioni “disdicevoli”
-manca sempre tutto il materiale necessario per una progressione abbastanza sicura
-il verglass abbonda, sopratutto dove bisogna arrampicare e spalmare i piedi
-il marciume e l'erba terrosa sono gelati, ma ricoperti solo da neve polverosa, mai da uno strato di ghiaccio decente
-il ghiaccio o è vetro sottile o è grossa spugna terrosa
-la tempistica può essere anche sbagliata per multipli interi
-per andare all'attacco o per scendere bisogna trovare nuovi itinerari per evitare zone potenzialmente mortali
-la pazienza è a livelli paragonabili a quella menzionata per i viaggi interstellari
-la chiodatura su terra e su marciumi è essenziale
-portare una sola picca è sbagliato, prima o poi si rimane impelagati e il livello di esternazione vocale raggiunge sonorità veramente impressionanti
-la discesa da un altro versante della montagna, con conseguente allungamento del viaggio in auto, se qualcuno pietoso ti raccoglie, è da preventivare
-relazioni, descrizioni tecniche e info lasciano sempre il tempo che trovano, però servono per aumentare la sicurezza psicologica: la frase ricorrente è dove c.zo siamo finiti, specialmente quando si viene investiti a lungo da scariche di neve, pur vedendo il cielo blu
-il freddo è relativo, serve per far “star su” la roba dove ci si attacca, per poter usare picca e ramponi, ma anche per permettere alle mani-dita di “tenere” gli svasi verglassati: si incollano bene e tengono molto meglio del solito, ma bisogna stare attenti a non spostarle subito perchè si staccherebbe la pelle e non aspettare più di 15-20 secondi perchè scaldano e scivolano
-il vento pulisce un po' e quindi se leggero è gradito
-il sole, se mai capitasse di vederlo, scioglie il verglass e aumenta la precarietà di qualche passaggio, ma è sempre molto gradito
-i gradi della via non significano niente: uno strapiombo faticoso e difficile è agognato sia per la roccia pulita che per la possibilità di alzare a livelli accettabili la temperatura corporea
-l'abbigliamento è sempre sbagliato
-….......
A seconda dei pesi che si danno a ciascuno di questi punti si crea una gradazione della difficoltà della via, ma di solito tutto è irripetibile, chiunque salga la stessa via vive un'avventura diversa: si incasina diversamente, anche a pochi giorni di distanza, penso che inglesi e slavi possano essere più esaurienti e precisi.
Direi che la ravanata è libera espressione personale al difuori di qualsiasi sistema che noi codifichiamo con arrampicata su roccia, su ghiaccio, misto, o altro per non parlare della tecnica che è estremamente creativa, “variopinta” e quasi mai ripetibile anche dalla stessa persona.
Eppoi, alla fine, all'automobile, o a letto se si riesce a dormire perchè l'adrenalina è proprio alta, si è al settimo cielo: il livello è stellare.
Ps: la ravanata viene chiamata in alcuni ambienti estremizzanti la porcellata e ha una gradazione che si adatta alla definizione
Pps: ogni tanto fare una ravanata fa bene, ridimensiona tutto ciò che si ritiene di sapere e controllare
Ppps: l'assuefazione provoca l'estraniamento da qualsiasi realtà più o meno razionale
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