L?altra faccia della WEISSMIES: la maestosa parete NORD-EST

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L?altra faccia della WEISSMIES: la maestosa parete NORD-EST

Messaggioda Franz77 » mer giu 04, 2014 14:16 pm

WEISSMIES, 4017 m:
Couloir NE (variante Via Brandt, 1967) + Parete NE (Via Bruno e Sergio Paglia, 1982) [1000m/D+/3/M3/55°(max 80°)]

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Il lungo avvicinamento e la nostra parete. Un grazie speciale a Robb (Waxy79) che mi "regalò" questa foto in aprile dando inizio al sogno.

Più volte salendo al Sempione da Gondo lo sguardo era attratto dalla parete Est della Weissmies. Una parete enorme di più di 1000 metri, che tuttavia ogni volta mi pareva repulsiva e vedevo come lontana e impossibile. Un paio di mesi fa però, grazie alle foto di un report al Leone e uno al Tossenhorn, ho visto su tale parete una linea logica e che pareva abbordabile. È così che comincio una ricerca in internet a scovare report vecchi o notizie. Ma nulla, solo cenni circa una salita sulla Est risalente agli anni 90 da parte di due forti guide ossolane. È deciso: si va a vedere al più presto. Ne parlo ai soci fidati e sembrano entusiasti. Le condizioni ideali paiono però delicate a crearsi: versante NE che prende sole presto in questo periodo e zoccolo basale con cascate di ghiaccio che vanno quindi deteriorandosi in fretta. Il 17 maggio siamo quasi pronti per partire, quando il Coolidge al Monviso ?chiama? e rimandiamo ancora, viste le incertezze per il rischio di un giro a vuoto. Con tempismo perfetto, quando ormai le cordate erano composte per il Primo giugno, compare su Camptocamp il report di un gruppo di sciatori (?estremi?) svizzeri che scendono proprio il 17 il Couloir NE che solca la parete (seguito da uno il 25). La poesia e la magia della scoperta svaniscono un poco, ma la voglia di andarci a mettere il naso rimangono. Resta comunque una parete sconosciuta, con condizioni mutevoli e in ogni caso varianti possibili ne abbiamo già intuite: ad esempio salire la linea di destra più diretta, che ha l?unico ?piccolo? difetto di partire sotto la seraccata ;-(
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Goulotte basali e variante per la NE

È così che sabato mattina con Mara, Albe, Luisa e Tarcisio giungiamo comodamente in fondo alla Laggintal. La strada sterrata giunge proprio sotto il risalto di Bidemji. Riusciamo ad intercettare il sentiero (poco evidente e segnalato) che permette la salita diretta al Lagginbiwak senza il giro largo al fondo della valle. In sole 2h siamo a questo gioiellino in perfetto stile svizzero su un balcone magnifico. Qui incontriamo uno snowboarder appena sceso da un canale al Fletschorn e in attesa dei soci per la discesa l?indomani della nostra parete. Dopo un po? di relax c?è tutto il tempo per andare a battere traccia verso la parete, dato che la notte sarà buia e il percorso dell?avvicinamento non lineare. All?una partiamo su ottima neve e velocemente grazie al percorso tracciato siamo alla base. Tuttavia non siamo ancora arrivati e attaccheremo verso le 5. Nel mentre Tarcisio purtroppo decide per la ritirata non sentendosi in forma oggi. Anche i 3 italiani dietro di noi decidono di rientrare. Attacchiamo una bella colata di ghiaccio per giungere a far sosta nei pressi di un campo di neve. Segue un altro bel tiro impegnativo con ghiaccio e misto delicato. L?ultimo tiro su goulotte di neve pressa e ghiaccio ormai baciati dal sole è esaltante. Albe e Luisa provano una linea più a destra, ma devono poi rientrare su questa dato che il ghiaccio finisce. Ciò gli farà perdere un?oretta. Intanto noi partiamo spediti per il canale su neve dura ottima. La temperatura è rigida per il sole un po? velato e delle raffiche di vento una tantum. Ad un bivio prendiamo l?invitante ramo di destra e giungiamo su una crestina nevosa dalla quale si vede il couloir NE, più a sinistra rispetto alla nostra posizione, e la parete NE diretta: siamo sopra il tratto a rischio seracco: good!. Optiamo per quest?ultima quindi. La neve nel traverso per arrivarci è da battere, ma ad ogni metro il panorama sublime diventa più vasto. La neve va migliorando e il ghiaccio che si sente sotto le punte dei piedi non dà fastidio, dato che la traccia è portante. Ogni tanto piazziamo una vite?dietro il sedere la parete inizia a farsi sentire. Verso la fine una cinquantina di metri di ghiaccio duro rendono la salita un po? più pepata. L?uscita in vetta sarà emozionante. Visto che i soci sono ancora lontani in parete e si stanno alzando preoccupanti nuvoloni dall?Italia cominciamo a scendere per la rocciosa cresta sud per andare a perlustrare la discesa. Dobbiamo infatti trovare il modo di superare il Weissmiessattel per tornare nella nostra valle. Dopo vari giri troviamo un comodo ancoraggio per una doppia e una linea di neve per superare lo zoccolo basale. Quando arrivano i soci possiamo finalmente scendere anche se la corda che si incastra ci farà perdere un po? di tempo. Giunti sul ghiacciaio pensiamo ormai di essere a buon punto, ma non abbiamo fatto i conti con la neve fradicia nella quale sprofondiamo fino al ginocchio (se non oltre): un calvario! Del resto scarrozzarsi le ciaspole su tutta la parete non ci andava. Giunti al sentiero di discesa, finalmente possiamo tirare un sospiro di sollievo anche se non sarà banale con la fitta vegetazione e tutta la neve residua (a tratti dura) ancora presente.
Una gita con un bel sapore di avventura dall?inizio alla fine. Globalmente impegnativa per lo sforzo richiesto (più di 2000m di dislivello dal bivacco), la tracciatura, la discesa non banale e appagante per la varietà del percorso. Inoltre un bello stimolo a continuare a cercare nuove emozioni sulle nostre fantastiche Alpi che hanno ancora tanto da regalarci aldilà delle classiche vie blasonate. Un grazie speciale ai compagni. A Mara come sempre socia insostituibile. Ad Albe col quale finalmente abbiamo fatto la prima gita!!! Alla prossima!

PS: Un ringraziamento speciale a Fabrizio Manoni (apritore con Stoppini della difficile via sulla Est negli anni 90) e Bruno Paglia (apritore con Sergio Paglia della variante sulla parete NE nel 1982) che si son dimostrati gentilissimi nel dispensare informazioni (chieste a posteriori) per capire un po? di più di questa fantastica parete!
Dalla Guida TCI-CAI "Andolla-Sempione", Armelloni. La prima a sinistra: via di Manoni e Stoppini negli anni 90. "O": via Brandt del 1967, "Oa": variante Bruno e Sergio Paglia del gennaio 1982, "Ob": variante Mauro Rossi e c. del 1987.

Il reportage completo allo:
http://www.on-ice.it/onice/viewtopic.php?t=17460
Il report tennico di salita e discesa:
http://www.on-ice.it/onice/onice_view_r ... =4&id=4748

Ma ecco qualche foto qua:

Una vera reggia!
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Relax serale in un contesto paradisiaco
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Grazie Alberto per questa magica foto!
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Tratto di misto esaltante
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Sulla variante Paglia
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Un propizio scoglio roccioso
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Il Weissmiessattel con la doppia iniziale. Un grazie aFranco per l'utile foto su c2c.
http://s.camptocamp.org/uploads/images/ ... 078970.jpg
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Quanto monotona sarebbe la faccia della Terra senza le montagne (Emanuel Kant).
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Messaggioda Il G » ven giu 06, 2014 21:07 pm

Complimenti!!!
bellissime alcune foto 8) 8)
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