Finché, come nella migliore delle tradizioni alpinistiche, vuoi un tempo mezzo lettera, poi con un sms, nel mio caso una mail: ecco la proposta. Adrian, l'amico di più di mille avventure, perché anche solo una di quelle che facciamo noi ne vale diecimila, così scrive:
adrianovskj ha scritto:Cari compagni.
Martedi entreremo in orbita geostazionaria attorno al Monte Bianco per compiere tre missioni. La nostra navicella-funivia partira da Courmayeur-Bajkonur prima delle 16:40 ora GMT+1 e rimarremo in orbita fino venerdi se i satelliti ce lo permettono.
Le missioni suggerite dal politburò sono le seguenti:
-Salluard al Pic Adolphe Rey линк линк линк
-Svizzeri al Grand Capucin линк линк линк
-Kuffner al Mont Maudit линк линк линк
E ricordate che le loro direttive suggeriscono di informarsi bene prima di cominciare la missione.
Ma i compagni del soviet supremo oggi sono piu comprensivi di quelli dei tempi di Abalakov e Gagarin e sono aperti a suggerimenti e cambiamenti. Se avete qualcosa da dire scrivete pure, non abbiate paura, non finirete nel gulag (si spera).
Това́рищ Фрейре
Annichilito, ammutolito, non ho più forze di fuggire l'idea. Qualcuno ha avuto il coraggio che mi è sempre mancato per affrontarla. Domani si parte, mi dico. Incomincia il viaggio. Viaggio che di amicizia, poi di vita, poi di passione e infine di sport di montagna si tratta.
Insomma un'esperienza che sai che non dimenticherai e non potrai mai dimenticare. La salita fatta in meno tempo di quello tendenzialmente impiegato e un affiatamento col compagno eccezionale, uno sguardo per intendersi di fare una sosta e un altro per intendersi che possiamo allentare, ormai si è fuori. Le decisioni prese dalla prima all'ultima di comune accordo e l'abbraccio in cima. La discesa infinita, chilometri e chilometri prima delle tende, il fornelletto usato in discesa per fare acqua e l'arsura costante alla gola. La notte seguente in un temporale che difficilmente dimenticherò, la tenda schiacciata dalla neve e rialzata dal vento, i lampi accecavano come flash scattati da troppo vicino (mai provato una simile sensazione di totale abbandono alla forza della natura) e i rombi cupi che non si facevano riconoscere fossero tuoni o scariche dal Capucin.
Eravamo quattro amici (sebbene la cresta l'abbiamo affrontata in due cordate indipendenti e sempre lontani gli uni dagli altri); abbiamo optato per una tenda 4 posti piuttosto di 2 tende tecniche da 2 . La tenda da campeggio Coleman senza falde ha resistito sotto una bufera impressionante la notte, sintomatico di come spesso ci attacchiamo (io per primo) al dettaglio di ciò che usiamo. Sveglia all'1.30, partenza alle 2.45, arrivo al colle sommitale alle 9.15, cioè in 6h30. Arrivo in cima alle 10 circa. Ritorno alle tende alle 17 (... è tanto, ndr. Ma abbiamo avuto vari inconveniente che hanno reso la discesa un'agonia, vuoi il crollo del ghiacciaio pensile, vuoi esserci persi in un mare di crepacci e costretti a fare soste ad ogni salto, vuoi i seracchi sotto al Capucin per arrivare alle tende). Zaini pesanti, giustificati solo con la volontà di star su tre notti per fare altro. Avevamo oltre al cibo da pascià, attrezzatura per fare una via di roccia al Grand Capucin e al Pic Adolph Ray. Le alternative, non essendo allenati a fare tutte le tre le cose, erano o le due vie di roccia o la Kuffner che era in condizioni. Abbiamo optato per questa che ci ha prosciugato, anche se la voglia... La via l'abbiamo percorsa tutta in conserva, corta a 5 mt sul tratto iniziale (siam saliti per l'attacco alto alla cresta) poi di 20-25 mt sulla via. Poche le protezioni usate, solo qualche friend sui passi di IV in roccia. Un bel supermercato, abbiam trovato un nut BD e una torcia petzl incastonata nel ghiaccio e funzionante .Condizioni perfette, giornata da urlo (1 agosto 2012).
Basta parole, ne ho già spese tante. Tante foto ora(non sono granché a farle lo sapete, perdonatemi).
Avvicinamento ai satelliti
'Tranquilli tutto cibo' [cit.]
Il Grand Capucin
La tenda, quattro posti Coleman
La cresta, a dx lo scivolo d'attacco
L'adrianovskj
Alba, sono le 4.30 e siamo a buon punto
Il famoso passo di cresta, descrizione e foto banale! Comica scenetta qui: sto passando e tiro pedate alla neve coi ramponi finchè ne sbaglio una e la punta del dx si conficca tra le fibbie del sx; come un beota saltello e non riesco a staccarli... dopo un minuto ci riesco (un'eternità in quel punto).
Adrian appena fuori dal passo su cresta
L'androsace
Il Brenva
La cresta
Quasi fuori ormai, sono circa le nove
Guglie! Sopra ai Satelliti
Capucin a sinistra e TourRonde a destra
Il Maudit, ci siamo ormai.
Adrian
La discesa infinita verso le tende inizia su quel colle, tra la folla tragicomica di clienti-guide che salgono al Bianco.
Seracchi, quale piccolezza siamo a loro confronto.
Seracchi ancora, verso il Brenva.
Discesa dal Maudit, primo pezzo andato.
'Cheddici, siam qui, facciamoci il Tacul!' [cit.]
Discesa dal Tacul, secondo pezzo andato.
Tacul
Verso il Torino, per le tende ci manca ancora di raggiungere quei crepacci e risalire a destra.
Ghiacciaio pensile, che ci ha scaricato davanti.
Appunto. (parte del ghiaccio era già scaricato però, non tutto in quell'istante). Via di corsa ad attraversare.
Verso le tende, strisciando.
Pozzo di acqua. Assetati.
Picchetti anti bufera.
'Voglio fare la Tour Ronde!'
'Adrian guarda che non ne hai più!'
'No, niet, nein, non vi parlo più!'
'Almeno il Gran Capucin!'
dal web
dal web
Biasimandomi per le foto numeroso, non riesco a rinunciarvici.
Affettuosissimi saluti,
l'ancor stanco,
Mic.
Di immenso cuore,
un abbraccio ad Adrian ma anche al Raffa e al Dott.
Totale condivisione, amicizia e passione.