l'alpinismo d'antan - i miei ricordi

Arrampicata e alpinismo su roccia in montagna

Messaggioda danielegr » ven giu 17, 2011 12:56 pm

Basta malinconie: parliamo un po' di scarponi. I primi che ho avuto, sarà stato il 1955 o pressappoco ricordo di averli pagati tremila lire, usati. Li avevo comperati alla fiera di Sinigaglia, che era una specie di mercatino delle pulci a Milano, un po' come Porta Portese a Roma. Avevano la punta quadrata, erano scarponi da sci. non da montagna, ma io li usavo anche sui sentieri che allora percorrevo.

Perché la punta quadrata? Ma perché allora era la soluzione migliore per far stare lo scarpone entro le ganasce dello sci. Ho recuperato una foto antica (1956? 1957? boh) di un paio di sci, non saprei dire se sono i miei o quelli di Alfredo, fatta in occasione della gita in Val Formazza della quale avevo parlato in questo post: http://www.forum.planetmountain.com/php ... c&start=73

Immagine

Non si vede benissimo, però se osservate con attenzione si vede la molla che, con l'utilizzo della leva davanti, quella poco sotto alla fine del cappello (allora gli sci erano di Alfredo, il cappello è sicuramente il suo) teneva il tallone aderente allo sci. Poco più in basso della leva si vedono le ganasce. Quello era il famoso attacco Kandahar, l'unico esistente in quegli anni. Lo scarpone, meglio come ho detto se a punta quadrata, veniva inserito nelle ganasce e la punta poteva essere bloccata sulle ganasce in due modi: sulle ganasce c'era una rientranza che si veniva ad appoggiare al cordolo dello scarpone e fermava lo stesso, oppure mediante un cinghietto in cuoio. Quest'ultima soluzione, quella del cinghietto era un po' precedente ai miei tempi, ma qualcuno la usava ancora. Certamente l'attrito fra la rientranza e le cuciture sullo scarpone potevano provocare l'usura delle cuciture stesse, ma si poteva di solito ovviare con un po' di grasso. Le ganasce erano con una parte zigrinata e con delle viti di bloccaggio, in modo che si potessero allargare o stringere a seconda dello scarpone. Succedeva qualche volta che ci si dimenticasse di stringere bene le viti di bloccaggio, con il risultato che le ganasce tendevano ad aprirsi, con conseguente ovvia caduta.
Con quegli scarponi ho sciato per un po' di tempo, ma certamente non sarebbero andati bene per arrampicare, anche a causa della punta quadrata. Avevo un paio di scarpe simili alle ?polacchine?: avevano la suola di gomma tipo carro armato, la tomaia sembrava di pelle scamosciata e riusciva a tenere l'impermeabilità abbastanza bene, almeno su terreni non troppo innevati. La chiusura era con una cerniera tipo zip e il piede era abbastanza ben tenuto. Quelle scarpe le ho usate per parecchio tempo, fino a che non mi decisi a comperare un paio di scarponi degni di questo nome. La loro fine fu abbastanza ingloriosa: quando mi feci male alla caviglia sinistra scendendo di corsa dal Nibbio in Grigna ? era un sentiero ma un sasso girò sotto al piede ? e venni ingessato, scucii la parte posteriore della scarpa in modo da poter camminare anche con l'ingessatura.
Avatar utente
danielegr
 
Messaggi: 293
Images: 40
Iscritto il: ven nov 30, 2007 20:13 pm
Località: 43 54 26,81N 7 56 25,35E Altitudine 184 m.

Messaggioda gatto alpestro » sab giu 18, 2011 0:28 am

Per quanto riguarda la Fehrman al Campanile Basso, ho sentito dire che l'ultimo tiro non usciva in parete verso destra fino alla caverna, dove poi si traversa verso lo stradone provinciale, ma andava a sinistra, dentro il diedro- camino nero, quindi proseguendo la linea naturale di salita. Questa via non è più percorsa perchè liscia e bagnata. L'uscita doveva avvenire poi in una specie di grotta naturale, da cui si sbucava su da un pertugio. Ti risulta che sia vero?
Il gatto dà l'emozione di accarezzare una tigre, ma con meno spese di mantenimento.
Cosa mi preoccupa nell'alpinismo? La gravità, direi. (alpinista tedesco)
Avatar utente
gatto alpestro
 
Messaggi: 439
Iscritto il: ven mar 05, 2010 4:27 am
Località: brescia

Messaggioda primularossa » sab giu 18, 2011 11:54 am

gatto alpestro ha scritto:Per quanto riguarda la Fehrman al Campanile Basso, ho sentito dire che l'ultimo tiro non usciva in parete verso destra fino alla caverna, dove poi si traversa verso lo stradone provinciale, ma andava a sinistra, dentro il diedro- camino nero, quindi proseguendo la linea naturale di salita. Questa via non è più percorsa perchè liscia e bagnata. L'uscita doveva avvenire poi in una specie di grotta naturale, da cui si sbucava su da un pertugio. Ti risulta che sia vero?
è anche una mia curiosità,sarebbe stato più logico...ma le difficoltà probabilmente ...sarebbero lievitate di molto :roll:
Avatar utente
primularossa
 
Messaggi: 390
Iscritto il: sab ago 16, 2008 21:36 pm

basso

Messaggioda emanuele » sab giu 18, 2011 15:30 pm

30 anni fa noi siamo usciti dal pertugio che si era da poco sgombrato dalla neve, se si usa la schiena non è molto difficile, è solo "sporchevole"!
Avatar utente
emanuele
 
Messaggi: 1329
Images: 24
Iscritto il: mar feb 24, 2004 11:57 am

Re: basso

Messaggioda primularossa » sab giu 18, 2011 16:56 pm

emanuele ha scritto:30 anni fa noi siamo usciti dal pertugio che si era da poco sgombrato dalla neve, se si usa la schiena non è molto difficile, è solo "sporchevole"!
AH!! Questa Gente....non ha più voglia di sporcare gli abbinati in tinta,e firmati :D :lol: :wink:
Avatar utente
primularossa
 
Messaggi: 390
Iscritto il: sab ago 16, 2008 21:36 pm

Messaggioda danielegr » mer lug 13, 2011 10:08 am

In questi giorni leggo discussioni sullo spigolo Nord del Badile, una meravigliosa salita su roccia sana, in ambiente stupendo, e che come è stato giustamente detto non è mai banale e mai troppo difficile. Ne avevo parlato un po' di tempo fa (scusate, non ho voglia di andare a cercare il post, è qualche pagina indietro e io sono MOLTO pigro...). Prima di iniziare il raccontino di oggi vorrei ricordare che quando attaccammo, Angiolino e io, lo spigolo avevamo una corda da 40 metri, avevamo deliberatamente lasciato a casa picche e ramponi. Li abbiamo rimpianti, perché non fidandoci a traversare senza attrezzatura un nevaio abbastanza ripido abbiamo dovuto attaccare più in basso del normale. Ovviamente durante la discesa non avevamo avuto necessità di fare doppie lunghe, anzi, se la memoria non mi inganna, c'era una sola doppia, quella al canalino d'attacco che, con un po' di buona volontà si sarebbe potuto fare anche in libera.
Ma non è di questo che volevo parlare: mi interessava raccontare del mio primo tentativo al Badile. Roberto e io eravamo alla Gianetti per una settimana di ferie. Avevamo già fatto il Porcellizzo, quello dove ci eravamo presi un temporale con i fiocchi e eravamo dovuti rientrare ancora legati al rifugio, e guardavamo il Badile. Troppo bello da vedere, bisognava assolutamente salirlo. La descrizione che avevamo della normale era piuttosto succinta, diceva di salire per la cresta Sud, ma non dava informazioni precise e, vista la figuraccia del Porcellizzo, volevamo evitare di chiedere troppe informazioni al Fiorelli, e allora, vista anche la bellissima giornata partiamo decisi. Sì, sembrerebbe che lì si possa salire per un po', poi si vedrà. In effetti, tanto per non smentirci, sbagliamo clamorosamente l'attacco. La normale parte dalla cresta Sud, noi invece abbiamo attaccato qualche centinaio di metri più a ovest.
Per un po' riusciamo a salire senza eccessive difficoltà, ma siamo meravigliati dal non vedere nessuna traccia di salite precedenti, non un chiodo, non un ometto, nessuna traccia, niente di niente e la roccia diventa sempre meno solida. No, ce ne convinciamo: certamente non è questa la via giusta di salita. E allora non c'è altro da fare che un bel dietro-front e tornarcene alla Giannetti con le pive nel sacco. E poi a sorbirci ancora le sghignazzate del Fiorelli (ampiamente giustificate: come diavolo si fa a sbagliare l'attacco della normale del Badile? a vedere le foto è così evidente) che poi ci indica la via giusta, che abbiamo percorso senza problemi il giorno dopo.
Avatar utente
danielegr
 
Messaggi: 293
Images: 40
Iscritto il: ven nov 30, 2007 20:13 pm
Località: 43 54 26,81N 7 56 25,35E Altitudine 184 m.

Messaggioda danielegr » mer ago 17, 2011 15:15 pm

Mi richiamo al post di quegli ?alpinisti? che sono arrivati alle 20 in vetta alla Presolana e, "sfiniti" hanno chiamato i soccorsi con l'elicottero per tornarsene a casa senza troppa fatica e mi sono ricordato di una nostra vecchissima rinuncia.
Avevo finito da poco la Parravicini, quindi 1956 o 1957 e, mentre su roccia mi arrangiavo abbastanza, su ghiaccio mancavo assolutamente di esperienza, quindi non appena il mio istruttore Valerio mi propose di andare al Pizzo Zupò, insieme a Eugenio C. accettai con entusiasmo.
Non ricordo come siamo arrivati al Campo Franscia, forse con due moto o uno dei miei compagni aveva un'auto, proprio non mi riesce di ricordare, ma non è importante.
Da Campo Franscia poco più di 1500 metri, comunque si doveva andare verso il rifugio Carate, a circa 2600 metri. Vedo che adesso è aperta la strada che arriva a Campo Moro (circa 2000 metri) e che risparmia un bel po' di fatica. Ai miei tempi bisognava salire direttamente e il percorso veniva chiamato ?dei sette sospiri? perché il rifugio si vedeva dopo un dosso, ma poi un altro dosso lo copriva e si tirava il primo sospiro, e poi avanti fino a che, finalmente si arrivava al rifugio con la lingua di fuori, quando oramai non speravi più di arrivarci.
Breve sosta, e poi via verso la Marinelli dove pernottiamo. Il giorno dopo partenza nelle primissime ore del mattino e su per il ghiacciaio verso il Pizzo Zupò (breve divagazione: quando l'anno scorso in una cena fra amici ho ritrovato Valerio ho accennato a quella salita e lui mi ha guardato storto. Per forza, invece di Pizzo Zupò avevo parlato di Pizzo Palù... Rimbambimento senile?). Comunque saliamo un bel po', ma poi ci inoltriamo in una zona crepacciata del ghiacciaio e lì perdiamo un po' di tempo alla ricerca dei vari passaggi. Quando finalmente ne siamo venuti fuori e siamo arrivati al pianoro dal quale si vedeva la vetta abbiamo fatto un po' di conti calcolando il tempo per arrivare alla vetta, quello per la discesa e anche quello per tornare a casa: non ci stavamo dentro, con il rischio poi che nel pomeriggio il tempo potesse peggiorare e metterci in difficoltà. E allora, anche se ci dispiaceva, siamo tornati indietro. Con tutto questo siamo arrivati a casa intorno a mezzanotte, con i genitori preoccupatissimi per il ritardo.
Avatar utente
danielegr
 
Messaggi: 293
Images: 40
Iscritto il: ven nov 30, 2007 20:13 pm
Località: 43 54 26,81N 7 56 25,35E Altitudine 184 m.

Messaggioda danielegr » dom ago 28, 2011 18:34 pm

Ho visto un post dove si parla di corde: si discuteva della migliore lunghezza e della possibilità di tagliare a metà una corda da 60 metri. Tra l'altro si indicava, se ricordo bene, il peso di una corda di 60 metri in circa 2800 grammi, e si chiamavano ?corde corte? quelle da 30 o 40 metri. Può essere interessante allora conoscere come erano quegli indispensabili attrezzi ai miei tempi, o, almeno, quelli che ho usato io.
Innanzi tutto confessiamo una delle tante stupidaggini che hanno costellato la mia vita alpinistica, soprattutto nella prima parte: la prima corda abbiamo cercato (Giovanni L. - quello della Presolana sulla quale si è rotto un piede - e io) di comperarla in un comune negozio di corderie dalle parti di via Pasubio a Milano(direi anno 1955 o 1956). Naturalmente era in canapa, calibro forse intorno agli 11 millimetri, ma il negoziante, molto più esperto e coscienzioso di noi, rifiutò di vendercela appena venne a conoscenza dell'uso alpinistico che intendevamo fare.
In quegli anni era ancora la canapa, pur con tutti i suoi difetti, che la faceva da padrone, il nailon era appena appena agli inizi, almeno in Italia, e costava parecchio. Inoltre non era ancora chiaro quale fosse la sua affidabilità e molti ne diffidavano. Ricordiamo l'incidente nel quale perse la vita Ruchin insieme ai suoi amici sul Salame, e del quale mi pare di aver parlato qualche pagina indietro.
La prima vera corda da montagna la comprai in un negozio di articoli sportivi: era di canapa naturalmente, calibro 12 millimetri e lunga 25 metri. Ricordo che all'inizio e alla fine aveva la piombatura a ?coda di topo?. Teniamo presente che la corda allora era usata anche per fare i nodi in vita, le imbragature non erano ancora che nella mente di Dio, quindi la mia corda da 25 metri in pratica non poteva essere usata per più di 20 metri, o anche meno. Non l'ho mai pesata, ma certo non era leggera e a metterla nello zaino si sentiva eccome la differenza...
Certo che con solo una ventina di metri non si riusciva ad andare lontano, e noi (Alfredo ed io) avevamo un obiettivo: la torre CAI nel Resegone, dietro alla Torre Elisabetta. Però ci avevano detto che per scendere dalla Torre CAI era necessario fare delle doppie piuttosto lunghe: una corda da 40 non sarebbe stata sufficiente. Ed allora ne comperammo una da 50 metri, 10 millimetri. Canapa, ovviamente, e, altrettanto ovviamente, pesante...
Anche alla scuola Parravicini, quindi 1958 o 1959 si usavano ancora le corde di canapa: 40 metri 12 mm. La corda era portata naturalmente dall'allievo, al quale l'istruttore avrebbe dato una mano se l'avesse visto troppo stanco.
La corda in canapa aveva anche il difetto di logorarsi in fretta: mi pare di aver scritto qualche pagina fa quale era il sistema per accertare lo stato. Si torceva la corda in senso opposto alla normale torsione dei trefoli e si osservava la presenza o meno di una polverina all'interno. Ricordo che l'esame per il ?pensionamento? delle mie corde in canapa lo feci al Rifugio SEM, in Grigna insieme al Luciano Tenderini che si mise a gridare ?queste corde puzzano di morto!! Cambiale!!?
Poi passai alle corde in nailon, 40 metri, una da 10 e una da 11 millimetri. Ma qui non mi pare che ci sia niente di interessante da raccontare.
Avatar utente
danielegr
 
Messaggi: 293
Images: 40
Iscritto il: ven nov 30, 2007 20:13 pm
Località: 43 54 26,81N 7 56 25,35E Altitudine 184 m.

Messaggioda gobbidimerda » mar ago 30, 2011 12:30 pm

Ho scoperto adesso questo topic che è veramente meraviglioso.
Io sono "giovane", ho 41 anni, ma ho avuto la fortuna, nell'adolescenza, di fare un po' di alpinismo sul Bianco e dintorni con mio papà, che oggi ha 73 anni, che da una decina d'anni è stato nominato guida onoraria a Courmayeur.
Mio papà dagli anni '60 ha fatto alpinismo con una guida di Courmayeur abbastanza conosciuta e hanno realizzato più di 100 salite insieme (per motivi di lavoro mio padre ha sempre solo scalato ad agosto, per cui 100 salite sono parecchie).
Andare con due "vecchi" come loro mi ha trasmesso un grande amore e rispetto per la montagna, ho fatto poche cose facili come la cresta di rochefort, la aguille leschaux, il gran paradiso, il breithorn occidentale, il rutor, per citarne alcune, ma rimangono per me ricordi indelebili, insieme alle decine di escursioni a quote più basse fatte con mio padre.
Il ricordo più bello è quando, a 14 anni, mio padre mi ha detto che ero pronto per il mio primo 4.000 e siamo andati io e lui sul breithorn occidentale, gita molto facile. Non dimenticherò mai la cresta finale, io davanti tiravo come un mulo e lui faticava a starmi dietro e quando siamo arrivati in cima eravamo solo io e lui (eravamo partiti col buio per primi, per mio padre essere in vetta all'alba era già tardi...) e mi ha dato un bacio dicendomi "bravo!".
Purtroppo a partire dai 18 anni, per la gioia di mio padre..., mi sono "appassionato" di discoteche e vita notturna e ho mollato tutto, mi sono divertito tanto, ma sento di aver perso una grande occasione e l'ho capito proprio quest'estate quando sono andato a fare qualche gita con mia moglie mio figlio e mia figlia, che hanno 5 e 7 anni, e mentre salivamo mi sono rivisto in loro quando andavo con mio papà e mi sono commosso, gli spiegavo ogni fiore, ogni cosa, abbiamo visto l'aquila (che culo! :D), abbiamo sentito il fischio delle marmotte, alle 13 ho imposto di tornare giù alle prime nuvole perchè in montagna "non si sa mai come può cambiare il tempo" (eravamo a 2000 metri...), insomma ho capito che per fortuna il lavoro di mio padre non è andato sprecato e che posso trasmettere ai miei figli la stesso amore per la montagna, che io ho abbandonato pur non smettendo mai di amarla. Spero che faranno scelte più intelligenti e meno superficiali della mia.
Da qualche anno faccio arrampicata sportiva con un amico, vie tranquille, 5 o 6 tiri non oltre il 6a, soprattutto a rocca sbarua e dintorni, mi alleno al palabraccini di torino due volte a settimana, non è alpinismo, ma quando torno a casa con le dita che sanno di roccia temporeggio prima di farmi la doccia, perché sentire quell'odore mi rende felice.
Spero di non avervi annoiato ma leggendo questo topic mi è venuto da scrivere di getto.
gobbidimerda
 
Messaggi: 674
Iscritto il: mer lug 06, 2011 12:41 pm

Messaggioda gobbidimerda » mar ago 30, 2011 12:31 pm

avevo postato due volte
gobbidimerda
 
Messaggi: 674
Iscritto il: mer lug 06, 2011 12:41 pm

Messaggioda brookite » mar ago 30, 2011 14:29 pm

Ciao !
Che topic, epico !!
Nell'ultimo quando parli del Carate mi vengono in mente i racconti di mia mamma (classe 34) che per fare il Bernina partì da Chiesa Valmalenco e dei Sette Sospiri. Certo che arrivare in autoa Campo Moro ne passa !
Stasera scannerizzo una foto sua sulle roccette sotto la Marco e Rosa.
Incredibili i racconti di quando arrampicava, (primi anni 50) com Muzio.
Credo che conobbe anche Maestri ma non ne sono sicuro.
Tutte le vie facili sono uguali. Quelle difficili lo sono a modo loro
www.brookite.altervista.org
Avatar utente
brookite
 
Messaggi: 798
Images: 23
Iscritto il: mer set 24, 2003 13:18 pm
Località: Chiavari

Messaggioda danielegr » mar set 06, 2011 15:54 pm

Volevo raccontare qualcosa sulla famiglia Marimonti, alla quale ho già fatto in precedenza qualche accenno. Prima dei Marimonti bisognerebbe però parlare dei Valsecchi, o meglio di quel Valsecchi, Davide, che con un grande atto di generosità donò al CAI la capanna Rosalba, in Grigna
Era un alpinista (e mecenate) della fine Ottocento/primi Novecento ed era spesso in Grigna, sognando la presenza di un rifugio dal quale poter ammirare il panorama. Il nipote, Lucio Marimonti, scrisse per la rivista ?Lo Scarpone? un breve articolo che nel 2009 avevo riportato in questo topic, ( http://www.forum.planetmountain.com/php ... b30fabc78f]) (verso la fine della pagina)
Il rifugio completato nel 1906 venne intitolato alla figlia del Valsecchi, Rosalba, nata un paio d'anni prima. Interessante è ricordare che sovrastante il rifugio c'è un torrione, salito dal Valsecchi, credo per la prima volta, e da lui dedicato alla moglie, il Torrione Cecilia. Disse il Valsecchi: La mamma (Cecilia) che cura la ?soa tosa? (la capanna Rosalba, il cui primo gestore fu Pietro Rompani "marchett" ). La summenzionata Rosalba, che ebbi l'onore di conoscere oltre mezzo secolo fa, sposò poi Pompeo Marimonti, anche di lui ho già detto qualcosa sempre nel topic dell'URL che ho indicato sopra.
Pompeo Marimonti era insignito del titolo di Accademico, ed era, al di là dei suoi meriti alpinistici, una persona di una simpatia estrema, sempre pieno di aneddoti da raccontare. Non sono riuscito a trovare la data di nascita, dovrebbe essere una mezza dozzina d'anni prima del 1900, visto che c'è una sua prima salita nel 1915, mentre è morto nel 1987. Lo ricordo come un mangiapreti di primissimo ordine, ma tutt'altro che ateo. Credeva in un colloquio diretto con il Padreterno, da pari a pari. Per lui la bestemmia era come un atto di preghiera, come un'invocazione per farsi dare retta, e subito.
Diceva, se un alpinista in difficoltà incomincia con ?Oh mio Dio mio Dio aiutami?, il Padreterno non fa in tempo ad accorgersene e non lo può aiutare, ma se sente un urlo ?Porco D...? capisce subito che c'è un alpino che ha bisogno di Lui e interviene.
L'unica foto che ho trovato di Pompeo è questa:

Immagine

Naturalmente Pompeo Marimonti è quello che ho indicato con la freccia rossa. La foto è del 1969, quindi doveva avere circa settantacinque anni.
Inutile elencare le salite compiute da Pompeo Marimonti con e senza guida: d'altronde se era un Accademico il suo curriculum doveva essere ben nutrito.
Ricordiamo lo Spigolo Marimonti sulla punta Sertòri in Masino, nel Brenta la Torre di Brenta, il Castelletto Inferiore, nel gruppo del Focobon, ma a me piace ricordare lo spigolo Marimonti sulla Torre Cecilia, in Grigna, la torre battezzata da suo suocero, Davide Valsecchi, in onore della di lui moglie, e quindi suocera di Pompeo. La via venne aperta il 21 Novembre 1915. Tanti anni dopo, sarà stato il 1957 o pressappoco, sentii il figlio di Pompeo, Lorenzo proporre al padre di ripetere, da secondo, la stessa via, ma Pompeo non volle per non alterare il ricordo che aveva di quella prima salita.
Se interessa (e se trovo il materiale che sto cercando) più avanti parlerò del figlio Lorenzo.
Avatar utente
danielegr
 
Messaggi: 293
Images: 40
Iscritto il: ven nov 30, 2007 20:13 pm
Località: 43 54 26,81N 7 56 25,35E Altitudine 184 m.

Messaggioda giorgiolx » mar set 06, 2011 16:21 pm

danielegr ha scritto:
Immagine


che ci fa walt disney dietro la signora?
vado a uccidere il frigorifero che mi sta fissando

Chianti Risotto Polenta
Avatar utente
giorgiolx
 
Messaggi: 14727
Images: 68
Iscritto il: gio ago 09, 2007 17:10 pm
Località: 1060 West Addison

Messaggioda Fabrizio Righetti » ven set 09, 2011 9:24 am

Daniele,
A parte i complimenti per i tuoi scritti, vedo che oggi compi 18 anni :D
Auguri vivissimi di buon compleanno!
Fabrizio
Avatar utente
Fabrizio Righetti
 
Messaggi: 500
Images: 20
Iscritto il: gio mag 09, 2002 9:52 am
Località: Milano

Messaggioda danielegr » ven set 09, 2011 10:49 am

Grazie!! Magari fossero solo 18! Quel diciotto lo devi moltiplicare per 4,166 (periodico)!
Avatar utente
danielegr
 
Messaggi: 293
Images: 40
Iscritto il: ven nov 30, 2007 20:13 pm
Località: 43 54 26,81N 7 56 25,35E Altitudine 184 m.

Messaggioda kala » ven set 09, 2011 20:54 pm

danielegr ha scritto:Grazie!! Magari fossero solo 18! Quel diciotto lo devi moltiplicare per 4,166 (periodico)!


vuol dire che sei più di 4 volte giovane!!
:D

mi faccio sentier di rado perché i posti di cui racconti non li conosco se non per sentito dire, ma ti seguo assiduamente!
:wink:

un augurio anche da parte mia, dunque! :D

Se stringi il pugno la tua mano è vuota: solo con la mano aperta puoi possedere tutto.
Avatar utente
kala
 
Messaggi: 2402
Images: 62
Iscritto il: gio ott 11, 2007 13:21 pm

...

Messaggioda robmonti » dom set 11, 2011 13:43 pm

Che bello...
Libera la mente, respingi la teuria
Sconosciuto - non del tutto - marzo 2006
Avatar utente
robmonti
 
Messaggi: 284
Images: 14
Iscritto il: dom dic 28, 2003 14:21 pm
Località: bergamo

Messaggioda Danilo » lun set 12, 2011 13:31 pm

.....mi stava sfuggendo..

Visto che è ancora l'anno del tema....

:lol: :lol: :lol: :lol:




:smt038 :smt038 :smt038 :smt038











Immagine


Buon complenno a danielegr :wink: :smt041

:smt030
il forum è morto
Avatar utente
Danilo
 
Messaggi: 7425
Images: 61
Iscritto il: gio lug 26, 2007 17:44 pm

Messaggioda danielegr » lun set 12, 2011 14:04 pm

Grazie!! soprattutto per lo Sbarbatello, in effetti ho una barba (quasi) incolta che mi evita almeno la menata della rasatura quotidiana...
Avatar utente
danielegr
 
Messaggi: 293
Images: 40
Iscritto il: ven nov 30, 2007 20:13 pm
Località: 43 54 26,81N 7 56 25,35E Altitudine 184 m.

Messaggioda M@rtina » mar set 13, 2011 22:05 pm

Danielegr, per gli auguri sono in ritardo ma te li faccio comunque, per il resto ti sono davvero grata...per tutte le esperienze che hai condiviso qui e per tutte le curiosità che hai annotato!
Sono fiera figlia di due super montanari che mi hanno trasmesso questa splendida passione, vivo lontana per via dell'università ma quando torno a casa li perseguito per farmi raccontare tutte le loro avventure, le scalate, le notti passate in bivacco, le levatacce e i viaggi assurdi per raggiungere gli attacchi delle vie ecc ecc...sono assetata di queste storie, che poi non sono storie ma ricordi, credo perchè mi uniscono a loro e nello stesso tempo mi ispirano per le mie avventure.
E' davvero bello poterne leggere anche qui, anche perchè le tue sono nuove, mentre quelle epocali dei miei "vecchi" :wink: ormai iniziano a ripetersi :roll:
detto questo,
dai, raccontaci ancora!!!! :D
Avatar utente
M@rtina
 
Messaggi: 8
Images: 2
Iscritto il: ven lug 22, 2011 11:18 am
Località: Bologna

PrecedenteProssimo

Torna a Arrampicata in montagna

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 10 ospiti

Forum.Planetmountain.com

Il Forum è uno spazio d’incontro virtuale, aperto a tutti, che consente la circolazione e gli scambi di opinioni, idee, informazioni, esperienze sul mondo della montagna, dell’alpinismo, dell’arrampicata e dell’escursionismo.

La deliberata inosservanza di quanto riportato nel REGOLAMENTO comporterà l'immediato bannaggio (cancellazione) dal forum, a discrezione degli amministratori del forum. Sarà esclusivo ed insindacabile compito degli amministratori stabilire quando questi limiti vengano oltrepassati ed intervenire di conseguenza.