Rottura ancoraggi inox in ambiente marino

Consigli, tecniche, materiali e varie utilità.

Re: Rottura ancoraggi inox in ambiente marino

Messaggioda espo » gio nov 13, 2014 9:08 am

esistono 2 tipi di falesie riguardo al discorso di cui sopra. quelle da locals e quelle da richiamo business turistico. quelle da locals si gestiscono benissimo con le collette e con aiuti di vario genere al chiodatore di turno, che lo fa per passione ma lavora per tutti e in ogni caso grazie. e se serve si lascia giù un moschettone piuttosto che una piastrina. anche se non sei a casa tua.

quelle da business turistico devono esser trattate alla stessa stregua di altre branchie, sentieri ferrate piuttosto che piattaforme per i tuffi ancorate a 10 mt dalla riva o una pista ciclabile. nessuno si sogna che la pista ciclabile la paga chi va in bici.

l'idea di andar ad arco e far colletta per massone o pagar un biglietto anche no. lascio già soldi in bar acquisti vari dormire cene e quanto altro. li lascio perchè trovo un qualcosa che mi interessa. se non è più interessante vado altrove.

sulle vie lunghe alpinisthe o sportive credo il discorso sia diverso e uno chioda/apre perchè ha soddisfaizone a farlo. e quel che un ripetitore trova è un problema suo controllare e usare o integrare o calarsi.
massimo

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Re: Rottura ancoraggi inox in ambiente marino

Messaggioda pablo75 » gio nov 13, 2014 10:31 am

ncianca ha scritto:Buonasera,

Io penso che alle parole sarebbe bello, ogni tanto, fare seguire anche qualche fatto ---------

-------- Un'ultima cosa. Anche se penso e temo che di queste cose non importi nulla alla maggior parte dei climber, ovvero se vado in un settore affollato nel weekend e faccio un sondaggio se non mi mandano a cagare come minimo mi prendono per c******e, credo che la diffusione e la reperibilità di certa informazione sia importante.

Buonanotte,

Nic


complimenti veri per il tuo contributo

la tua considerazione finale rappresenta la triste realtà

anzi, quella tua ultima cosa è la prima causa che trasforma tutte le sagge considerazioni e idee che hai espresso, in un sogno che appartiene a una sparuta minoranza di sfigati

l'importanza dell'informazione e dell'informarsi non viene per nulla colta dal 90% dei cittadini italiani su questioni vitali, sociali e ambientali che riguardano loro stessi e la società in cui vivono. oggi come ieri, non gli è mai stato insegnato, non appartiene alla loro cultura

figurarsi nel mondo dell'arrampicata. una guerra persa.

aprire a caso un portale web specializzato, una rivista, scorrere l'indice argomenti di un forum di appassionati, sentir parlare climber a base falesia o al bar, ci fornisce una percentuale di attenzione al problema vicina allo zero. Problemi veri tipo chi è il climber più forte del creato, quale marca è migliore e più fashion dell'altra, qual'è la falesia più in voga, chi ce l'ha più lungo, viaggiano sopra il 90%.

hai concluso proprio bene : buonanotte
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Re: Rottura ancoraggi inox in ambiente marino

Messaggioda espo » gio nov 13, 2014 10:38 am

pablo75 ha scritto:


complimenti veri per il tuo contributo

la tua considerazione finale rappresenta la triste realtà

anzi, quella tua ultima cosa è la prima causa che trasforma tutte le sagge considerazioni e idee che hai espresso, in un sogno che appartiene a una sparuta minoranza di sfigati

l'importanza dell'informazione e dell'informarsi non viene per nulla colta dal 90% dei cittadini italiani su questioni vitali, sociali e ambientali che riguardano loro stessi e la società in cui vivono. oggi come ieri, non gli è mai stato insegnato, non appartiene alla loro cultura

figurarsi nel mondo dell'arrampicata. una guerra persa.

aprire a caso un portale web specializzato, una rivista, scorrere l'indice argomenti di un forum di appassionati, sentir parlare climber a base falesia o al bar, ci fornisce una percentuale di attenzione al problema vicina allo zero. Problemi veri tipo chi è il climber più forte del creato, quale marca è migliore e più fashion dell'altra, qual'è la falesia più in voga, chi ce l'ha più lungo, viaggiano sopra il 90%.

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quoto
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Re: Rottura ancoraggi inox in ambiente marino

Messaggioda giorgiolx » gio nov 13, 2014 12:06 pm

Kinobi ha scritto:Comunque ragazzi...
Il problema non è solo che al mare.
E' un problema enorme e non è solo che di inox o non inox.

Un giorno tute le falesie saranno da richiodare.
Punto.
Ovunque esse siano.
E' una questione di tempo, di ere gerologiche.
Mentre al mare si richioda (ora) ogni X anni, a casa mia (120 km dal mare) abbiamo già richiodato tiri tre volte.
Se ragioniamo per i nostri figli e non per noi, capiamo che dobbiamo fare qualcosa per preservare la roccia.
Uno sforacchiamento non è tollerabile fino a che si finisce lo spazio dove fare un foro.
C'è da fare una riflessione e c'è da spendere esattamente tutto ciò che c'è da spendere per smettere la trapanatura sistematica.
Chi vende spit se ne farà una ragione che il mercato cessa.
E tutti gli scalatori devono prenderne atto che le cose non sono più come sono = significa pagare un biglietto? Ok, io pagherò il biglietto.
Oppure, dopo Kalymnos andremo a Creta, dopo Creta torneremo in Sardenga che han richiodato, sperando non ci restino in mano gli spit di Siurana nel frattempo.
Spero di aver reso l'idea.
Ciao,
E



si ma stai facendo un gran minestrone che porta solo a confusione...

un conto è il fatto che l'ambiente marino crea grossi problemi di durata agli ancoraggi, un'altra cosa è dire...comunque gli spit non sono eterni e prima o poi vanno cambiati.

mentre il primo problema mi par di aver capito si può presentare anche su spit nuovi, posizionati da poco e quindi è un problema grosso perchè subdolo...
il secondo è un non problema nel senso che se mi dici che uno spit dopo 20 anni di balte forse non tiene più e andrebbe cambiato beh, mi pare ovvio

poi che io arrampichi anche su tiri ancora con gli spit da 8 anneriti...beh, sono cazzi miei, responsabilità mia...capita :oops: :oops: :oops:
vado a uccidere il frigorifero che mi sta fissando

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Re: Rottura ancoraggi inox in ambiente marino

Messaggioda steazzali » gio nov 13, 2014 12:31 pm

Nicola, provo a farla breve

le soluzione c'è ed è quella di piazzare materiale costoso in parete
(io dove va in crisi il 316 andrei sul titanio ma qualcuno ipotizza il duplex ma stiamo già divagando)

il problema è che c'è chi ruba il rame dai cimiteri
cioè c'è chi si prende la briga di andare davanti a uan tomba e smontare il portalume in rame

rame 8€/kg
titanio 40€/kg

recintiamo le falesie?
mettiamo un guardiano?
ancoraggi removibili? (impensabile, farebbero più morti di quanti non ne faccia ora la corrosione)

son serio, se c'è una soluzione ai furti la soluzione alla corrosione c'è, da decenni ed è sempre quella

nello specifico la soluzione migliore per la corrosione è fare un tondino in titanio piegato ad U e resinarlo nella parete
2 fori vicini, sono sicuro che è un casino
la parte "emersa" di materiale è poca e per staccarlo serve spaccare 2 sezioni di tondino
la ditta produttrice la chiamiamo "ferrasso demmerda srl" e ce lo stampigliamo sopra così creiamo un diversivo

oppure stampigliamo "se mi rubi porto sfiga mannaghiaacchittamuort" col cornino :mrgreen:
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Re: Rottura ancoraggi inox in ambiente marino

Messaggioda mikesangui » gio nov 13, 2014 13:18 pm

Kinobi ha scritto:
Inoltre:
I fittoni RAUMER (nella foto) non sono fatti per l'incasso. Se li incassi, sbagli. Se vai sul mio forum, vedi il topic "tasselli sporgenti"... non mi ricordo se ti ho bannato però :twisted: :twisted: :twisted: :twisted:
http://kinobi.forumup.it/viewtopic.php? ... rum=kinobi

Ciao,
E


Sarò brevissimo anche io.
il problema non è incassare o meno. il problema è se il moschettone lavora male.
Se uno sa incassare il fittone facendo lavorare bene il moschettone i vantaggi sono oggettivi e non sono in discussione.
Fin'ora si sono rotti solo fittoni non incassati. Forse il motivo è che negli anni 2000 non incassava nessuno... forse ... o forse no.
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Re: Rottura ancoraggi inox in ambiente marino

Messaggioda PIEDENERO » gio nov 13, 2014 13:49 pm

Sono po' rimbambito, lo ammetto.
Ma non ho ancora capito l' oggetto di questa discussione.
Colpa del senso di colpa .... di ncianca ..
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Re: Rottura ancoraggi inox in ambiente marino

Messaggioda funkazzista » gio nov 13, 2014 14:07 pm

Quoto tutti, mi permetto solo una piccola, personalissima, riflessione.
L'arrampicata a pagamento: siamo sicuri che sia quello che vogliamo?
Come lo sci?
Con le piste di arrampicata?
Con il climbpass giornaliero, settimanale, stagionale?
Con le chiodature come impianti di risalita?
Magari col baretto cool sotto la falesia per farsi uno shottino fra un tiro e l'altro con la musica tunz-tunz?
(si, lo so che adesso arriva il simpaticone di turno a dire: "Beh, questo non sarebbe male!" :mrgreen:)

No. Grazie.
Non andrò MAI in una falesia a pagamento, fosse anche Céüse.
E il giorno che tutte le falesie saranno a pagamento torno a fare solo bouldering.
Mi fate pagare anche i massi?
Fottetevi tutti, vado nei posti che conosco solo io.

Naif, idealistadelcazzo e anche un po' stronzo?
:smt102
E' un problema mio: nessuno è perfetto.

Ah, e non equivochiamo, eh: ho sempre contribuito e continuo a contribure alla (ri)chiodatura e alla manutenzione delle falesie, e non intendo certo tirarmi indietro per il futuro.
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Re: Rottura ancoraggi inox in ambiente marino

Messaggioda PIEDENERO » gio nov 13, 2014 14:15 pm

Io, la falesia certificata non la esigo e non la pretendo.
NON la voglio.
E se uno chioda demmerda è bene che qualcuno glielo faccia sapere.
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Re: Rottura ancoraggi inox in ambiente marino

Messaggioda mikesangui » gio nov 13, 2014 15:05 pm

Ummm cerchiamo di capire bene...

quante persone scalano su un tiro? 10- 100-1000 l'anno. Sono 48 we all'anno per 2 giorni. Diciamo , sono i we.. 96 giorni di scalata.
Un tiro lo farà una persona a giorno? boh.. dipende dal posto... in alcuni posti no.. in altri.. molte di più, senza contare quelli che scalano in settimana.
Ok facciamo 100 persone l'anno?

Bene, basterebbe 1 euro di ognuna di queste persone, per richiodare in titanio, mi sembra di capire.. ... all'anno.

quello del costo è un problema fuffa... se la gente volesse. Ma l'arrampicatore medio è peggio di noi genovesi. Non scuce se non per il suo giubbino montura e i rinvii in tinta.
Pertanto il destino dell'arrampciata è deciso dai climber stessi . Punto.

Cmq sia, basterebbe che i vari Book for Bolt forissero SOLO fittoni in titanio. Si creerebbe il mercato e quindi nascerebbero produttori.
Ne fornirebbero 10 al posto di 30 fittoni... evvabbè.

Dicerto non si può chiedere al chiodatore di chiodare in titanio che non ci sono neppure le ditte che fanno i fittoni certificati di quel materiale.
O si crea il giro.. o niente.


Aggiungo che incassare la testa separa dal contatto metallo con roccia perchè affognado la testa questa è coperta dalal resina nel punto di contatto, il che è rende più difficile la corrosione.
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Re: Rottura ancoraggi inox in ambiente marino

Messaggioda pablo75 » gio nov 13, 2014 15:07 pm

PIEDENERO ha scritto:Io, la falesia certificata non la esigo e non la pretendo.
NON la voglio.
E se uno chioda demmerda è bene che qualcuno glielo faccia sapere.


sono con te sul no alla falesia certificata
ma anche certificare una chiodatura demmerda rispetto a una non demmerda è come fissare la misura della pelle dei testicoli
un po' come per i gradi
e se uno chioda *demmerda* in modo incontestabile, oltre farglielo sapere sarebbe bene che ci sia lì almeno una mosca bianca che sa chiodare o richiodare, altrimenti nessuno arrampicare :mrgreen:
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Re: Rottura ancoraggi inox in ambiente marino

Messaggioda ncianca » gio nov 13, 2014 15:53 pm

mikesangui ha scritto:Pertanto il destino dell'arrampciata è deciso dai climber stessi . Punto.

Questo lo condivido al 100%.
mikesangui ha scritto:Cmq sia, basterebbe che i vari Book for Bolt forissero SOLO fittoni in titanio. Si creerebbe il mercato e quindi nascerebbero produttori.
Ne fornirebbero 10 al posto di 30 fittoni... evvabbè.

Dicerto non si può chiedere al chiodatore di chiodare in titanio che non ci sono neppure le ditte che fanno i fittoni certificati di quel materiale.
O si crea il giro.. o niente.

A questo ha risposto steazz. La soluzione c'è. Però porta poi ad un altro problema, più diffuso, più generale, ovvero la gente è stronza.

Ma torno alla tua prima conclusione. Il destino dell'arrampicata è nelle mani dei climber. È per questo che mi sono sfogato e sono pessimista.

Ciao,

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Re: Rottura ancoraggi inox in ambiente marino

Messaggioda Danilo » gio nov 13, 2014 17:52 pm

(ai chiodatori seriali di falesie)
perchè chiodate?
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Re: Rottura ancoraggi inox in ambiente marino

Messaggioda Kinobi » gio nov 13, 2014 22:26 pm

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Re: Rottura ancoraggi inox in ambiente marino

Messaggioda Kinobi » gio nov 13, 2014 22:26 pm

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Re: Rottura ancoraggi inox in ambiente marino

Messaggioda Kinobi » gio nov 13, 2014 22:34 pm

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Re: Rottura ancoraggi inox in ambiente marino

Messaggioda giorgiolx » gio nov 13, 2014 22:56 pm

io Non chiodo , ho iniziato l'anno scorso a lasciare un'offerta al chiodatore del lecchese di più non saprei cosa fare perché non saprei neanche chiodare e farei solo danni però mentre per il mare il problema è chimico-fisico per le falesie nell' entroterra è quasi solo meccanico...credo e spero...
il tuo pensiero è giustissimo e speriamo che l'evoluzione tecnica porti ad una soluzione, se pensi 20 anni fa c'erano i spit dell'8 poi del 10 poi evoluzione dei materiali...dipendiamo però dai produttori che sono quelli che dovrebbero offrire una soluzione, allora se si vuole per esempio fare una petizione o pressione o sollecitazione perché seguano i consigli di "chi ne sa" ok facciamo però dire...certi spit sono pericolosi è anche pericoloso ...che faccio? giro le falesie con il catalogo degli spit buoni e cattivi?
da non chiodatore mi devo fidare dei chiodatori...altrimenti andiamo tutti di trad...

Non voglio fare polemica,voglio capire perché anche io balto sugli spit
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Re: Rottura ancoraggi inox in ambiente marino

Messaggioda Kinobi » gio nov 13, 2014 23:09 pm

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Re: Rottura ancoraggi inox in ambiente marino

Messaggioda mikesangui » ven nov 14, 2014 13:43 pm

L'incasso della testa impedisce eventuali forze in rotazione, non fa accumulare umidità e altro in prossimità del buco, diminuisce la leva dovuta alla distanza tra roccia e moschettone. Ovviamente va fatto bene , come dicevo.

A parte questo.

La soluzione definitiva potrebbe essere : dei tasselloni tipo fischer, femmina, nel materiale più nobile e costoso, a espansione o resina a cui applicare avvitandolo una sorta di tiracavo, ovviamente omologato, in materiale meno nobile.
Il tutto unito a uno studio di durata del materiale meno nobile e programma di manutenzione in cui ogni tot anni si sostituisce il "tiracavi" avvitato, mentre il tassello in roccia rimane.

La parte di materiale costoso è piccola , i costi dovrebbero essere umani.
La parte meno nobile si cambia senza dover ribucare.

Ovviamente il tutto andrebbe omologato... lo proponiamo al signor Raumer?
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Re: Rottura ancoraggi inox in ambiente marino

Messaggioda Kinobi » ven nov 14, 2014 16:38 pm

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