Sottotenente, al lavoro!

Area dedicata all'arrampicata sportiva e al bouldering.

Sottotenente, al lavoro!

Messaggioda Fokozzone » mar mag 11, 2004 8:00 am

A vista, a vista...
Per scalare a vista ci vogliono qualità: decisione, occhio, velocità e resistenza. E poi sorge un altro problema: scalare a vista in falesia implica o di alzare continuamente il grado, o di macinare migliaia di chilometri.
Dopo qualche anno di arrampicata le falesie a distanza ragionevole da casa sono esplorate integralmente e allora che tiri si provano?
E infine uno scalatore abbastanza esperto come me, ma che resterà sempre sottotenente (quando non nullatenente :cry: ) come farà ad applicare a vista tutte le meraviglie della tecnica che ha acquisito? Bilanciamenti, lolottes, attorcigliamenti vari, spallate, incastri strani...
Perciò meno onsight e più punto rosso!
Che meraviglia per un sottotenente aver memorizzato perfettamente una sequenza di movimenti e ottimizzarli al punto da fare (in fretta che non mi tengo, pant pant!) in libera ciò che non avrei mai pensato di fare.
So che in questo forum di sindacalisti sarò come al solito controcorrente, ma, per me, lavorare è bello :!:

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Re: Sottotenente, al lavoro!

Messaggioda aculnaig » mar mag 11, 2004 8:28 am

Fokozzone ha scritto:A vista, a vista...
Per scalare a vista ci vogliono qualità: decisione, occhio, velocità e resistenza. E poi sorge un altro problema: scalare a vista in falesia implica o di alzare continuamente il grado, o di macinare migliaia di chilometri.
Dopo qualche anno di arrampicata le falesie a distanza ragionevole da casa sono esplorate integralmente e allora che tiri si provano?
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Confermo: on sight è magnifico, ma se non esistesse il lavorato avrei già appeso le scarpette!!
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Messaggioda fscazzol » mar mag 11, 2004 8:30 am

Beh, mano mano che uno migliora e aumenta il grado, tende a provare vie sempre più dure, anche in falesie dove è già stato e quindi si lavora sempre a vista eppoi (parlo per me), dieci minuti dopo aver fatto una via non mi ricordo più una beata mazza e quindi ogni volta che faccio una via mi sembra sempre la prima volta!!
L'alpinista è un inquieto inguaribile: si continua a salire e non si raggiunge mai la meta. Forse è anche questo che affascina: si è alla ricerca di qualcosa che non si trova mai
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Messaggioda aculnaig » mar mag 11, 2004 8:39 am

fscazzol ha scritto:Beh, mano mano che uno migliora e aumenta il grado, tende a provare vie sempre più dure, anche in falesie dove è già stato e quindi si lavora sempre a vista eppoi (parlo per me), dieci minuti dopo aver fatto una via non mi ricordo più una beata mazza e quindi ogni volta che faccio una via mi sembra sempre la prima volta!!


Sei tardo, non è un poblema, devi renderti conto che sei T-A-R-D-O! :lol: :wink:
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Messaggioda fab » mar mag 11, 2004 9:55 am

invece a me piace arrampicare su vie sempre nuove!
tant'è vero che comunque dovrei cominciare al lavorarle un pochino ste benedette vie, altrimenti rimango sempre li sullo stesso grado!
Sotto l'8c so tutti sentieri...

...sob...!
...sigh...!
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Re: Sottotenente, al lavoro!

Messaggioda pietrodp » mar mag 11, 2004 10:00 am

Fokozzone ha scritto:A vista, a vista...
Per scalare a vista ci vogliono qualità: decisione, occhio, velocità e resistenza. E poi sorge un altro problema: scalare a vista in falesia implica o di alzare continuamente il grado, o di macinare migliaia di chilometri.
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Pur ritenendo la scalata a vista di rango superiore (e' il retaggio alpinistico che me la fa considerare tale), non ho mai avuto da una via fatta a vista le stesse soddisfazioni ottenute dopo essere arrivato alla catena di un bel lavorato.

Questo principalmente per il fatto che una via fatta a vista e' spesso bella che dimenticata pochi momenti dopo la catena.. possono rimanere vivide alcune impressioni, il ricordo di due o tre passaggi forse, ma e' solo di una via lungamente lavorata che mi rimangono davvero dentro quelle sensazioni che rendono unico il gioco dell'arrampicata: conoscere ogni singolo appiglio e appoggio, sapere quando bisogna scappare via veloci e quando fermarsi a prendere fiato, sentire come reagisce il proprio corpo a delle sollecitazioni note, gia' sperimentate, e cercare di volta in volta di migliorare l'efficienza del movimento per arrivare sopra un po' meno stanchi... e poi ancora trovare la sequenza magica, l'unica che mi permette di superare quei pochi metri di roccia, all'inizio apparentemente invincibili, e' proprio come risolvere un puzzle, un enigma motorio scolpito nella pietra, ed e' la cosa che forse piu' mi esalta di questa immaginifica attivita'.

E ancora, essere in ufficio alla mattina ma avere ancora nelle mani, negli occhi, nella testa, le sensazioni che provavo ieri scalando le rocce, accorgersi che oggi la mente proprio non riesce a soffermarsi troppo a lungo sul lavoro perche' sta ancora rielaborando una lunga sequenza di scagliette, pinze, fessure, che la prossima volta riusciro' a tenere, oh, se ci riusciro', e con le quali mi issero' verso una catena arrugginita che sara' l'apotesi del mio inutile gioco.
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Messaggioda Roberto » mar mag 11, 2004 10:08 am

"Vista", "lavorato", il bello è scalare :wink:
Soddisfazioni analoghe: "a vista" hai la sesazione di acquistare sicurezza, impari a capire la roccia e a muoverti "in automatico"; sul "lavorato" migliori ed impari tecniche nuove e trucchi, oltre a fare il tuo grado massimo, che è poi quello che si "sbandiera" agli altri :wink:
"LIBERTA' E' PARTECIPAZIONE"
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Re: Sottotenente, al lavoro!

Messaggioda Herman » mar mag 11, 2004 11:57 am

pietrodp ha scritto:ma e' solo di una via lungamente lavorata che mi rimangono davvero dentro quelle sensazioni che rendono unico il gioco dell'arrampicata: conoscere ogni singolo appiglio e appoggio, sapere quando bisogna scappare via veloci e quando fermarsi a prendere fiato, sentire come reagisce il proprio corpo a delle sollecitazioni note, gia' sperimentate, e cercare di volta in volta di migliorare l'efficienza del movimento per arrivare sopra un po' meno stanchi... e poi ancora trovare la sequenza magica, l'unica che mi permette di superare quei pochi metri di roccia, all'inizio apparentemente invincibili, e' proprio come risolvere un puzzle, un enigma motorio scolpito nella pietra, ed e' la cosa che forse piu' mi esalta di questa immaginifica attivita'.

E ancora, essere in ufficio alla mattina ma avere ancora nelle mani, negli occhi, nella testa, le sensazioni che provavo ieri scalando le rocce, accorgersi che oggi la mente proprio non riesce a soffermarsi troppo a lungo sul lavoro perche' sta ancora rielaborando una lunga sequenza di scagliette, pinze, fessure, che la prossima volta riusciro' a tenere, oh, se ci riusciro', e con le quali mi issero' verso una catena arrugginita che sara' l'apotesi del mio inutile gioco.


Bravo Pietro, ci diamo il cambio nel leggerci nel pensiero :D
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Re: Sottotenente, al lavoro!

Messaggioda aculnaig » mar mag 11, 2004 11:59 am

Herman ha scritto:
pietrodp ha scritto:ma e' solo di una via lungamente lavorata che mi rimangono davvero dentro quelle sensazioni che rendono unico il gioco dell'arrampicata: conoscere ogni singolo appiglio e appoggio, sapere quando bisogna scappare via veloci e quando fermarsi a prendere fiato, sentire come reagisce il proprio corpo a delle sollecitazioni note, gia' sperimentate, e cercare di volta in volta di migliorare l'efficienza del movimento per arrivare sopra un po' meno stanchi... e poi ancora trovare la sequenza magica, l'unica che mi permette di superare quei pochi metri di roccia, all'inizio apparentemente invincibili, e' proprio come risolvere un puzzle, un enigma motorio scolpito nella pietra, ed e' la cosa che forse piu' mi esalta di questa immaginifica attivita'.

E ancora, essere in ufficio alla mattina ma avere ancora nelle mani, negli occhi, nella testa, le sensazioni che provavo ieri scalando le rocce, accorgersi che oggi la mente proprio non riesce a soffermarsi troppo a lungo sul lavoro perche' sta ancora rielaborando una lunga sequenza di scagliette, pinze, fessure, che la prossima volta riusciro' a tenere, oh, se ci riusciro', e con le quali mi issero' verso una catena arrugginita che sara' l'apotesi del mio inutile gioco.


Bravo Pietro, ci diamo il cambio nel leggerci nel pensiero :D


Praticamente solo una sbirciatina! :lol: :lol:
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Messaggioda Boots » mar mag 11, 2004 12:20 pm

perdonate la mia ignoranza... ma aprire un monotiro è differente dal farlo già aperto???
Cioè se tu fai un monotiro già aperto... acquisisci il grado del monotiro che fai??
8)
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Messaggioda Fokozzone » mar mag 11, 2004 12:43 pm

Questo we ragionavo con dei miei amici che l' arrampicata a vista consente meno movimenti.Conviene stare sempre con le gambe aperte, abbastanza frontali, per poter liberare indifferentemente l' una o l' altra mano.
Ero in una falesia di conglomerato a buchi, difficili da vedere, (che un sottotenente come me soffre moltissimo) e il problema si evidenziava al massimo: se non sai dove arrivare non conviene impostare movimenti strani.
Invece quando lavoro... è come passare dall' astrologia alla scienza! :P

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Messaggioda aculnaig » mar mag 11, 2004 13:00 pm

Fokozzone ha scritto:Questo we ragionavo con dei miei amici che l' arrampicata a vista consente meno movimenti.Conviene stare sempre con le gambe aperte, abbastanza frontali, per poter liberare indifferentemente l' una o l' altra mano.
Ero in una falesia di conglomerato a buchi, difficili da vedere, (che un sottotenente come me soffre moltissimo) e il problema si evidenziava al massimo: se non sai dove arrivare non conviene impostare movimenti strani.
Invece quando lavoro... è come passare dall' astrologia alla scienza! :P

Fok


Bhè forse parli dell'eleganza del movimento.
Sinceramente mi muovo di più quando cerco di salire una via a vista.
Cambio l'impostazione iniziale del movimento cercando di scaricare al max sui piedi, per non gravare sulle braccia.
Se il movimento invece lo conosco sarò veloce, elegante ma sicuramente non impiego tutto il bagaglio di movimenti che ho metabolizzato durante gli anni.
Questo secondo me è importante.
Giusto? :wink:
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Messaggioda Herman » mar mag 11, 2004 13:08 pm

Boots ha scritto:perdonate la mia ignoranza... ma aprire un monotiro è differente dal farlo già aperto???
Cioè se tu fai un monotiro già aperto... acquisisci il grado del monotiro che fai??
8)


Ho provato ad usare il traduttore di google ma non ho capito a cosa ti riferisci :lol: :lol: :wink:

Cosa intendi per:

1. aprire un monotiro
2. acquisire il grado
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Messaggioda fscazzol » mar mag 11, 2004 13:14 pm

Herman ha scritto:
Boots ha scritto:perdonate la mia ignoranza... ma aprire un monotiro è differente dal farlo già aperto???
Cioè se tu fai un monotiro già aperto... acquisisci il grado del monotiro che fai??
8)


Ho provato ad usare il traduttore di google ma non ho capito a cosa ti riferisci :lol: :lol: :wink:

Cosa intendi per:

1. aprire un monotiro
2. acquisire il grado


Secondo me con aprire un monotiro intendi dire liberare il tiro.
E poi con il discorso di acquisire il grado si apre una disputa ormai lunghissima. Io credo che il grado che uno debba decantare sia quello che uno porta fuori a vista, anche se è chiaro che gli exploit si debbano gridare ai quattro venti
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Messaggioda Roberto » mar mag 11, 2004 13:18 pm

Fokozzone ha scritto:Ero in una falesia di conglomerato a buchi...
Conosco il posto, davvero imbarazzante trovare i buchi giusti!
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Messaggioda erik. » mar mag 11, 2004 13:19 pm

Ne parlavo proprio ieri con Pietro...
...ho sempre considerato l'arrampicata a vista come la massima espressione dell'arrampicata tant'è che quando mi chiedono che grado faccio dico sempre il grado che sicuramente riesco a fare a vista (purtroppo basso :cry: :cry: );
inoltre non mi sono mai sforzato di ricordare le prese e questo unito ad una memoria non proprio de ferro contribuisce a farmi dimenticare presto una sequenza....
pero' ultimamente qualcosa è cambiato:
volevo chiudere delle vie a cui tenevo e che sapevo che non erano per me salibili a vista e cosi' sin dai primi tentativi ho cercato di memorizzare le sequenze,le posizioni migliori...
...ebbene non solo ho un ricordo ancora vivo del giorno che sono riuscito nella libera ma ricordo che la sera prima di addormentarmi ripetevo tutta la via e le sue sequenze e quando mi sono trovato in parete è stato solo un concatenamento e un ripercorrere quello che avevo già salito con il pensiero....
....è stato bello, davvero bello.
Ultima modifica di erik. il mar mag 11, 2004 13:21 pm, modificato 1 volta in totale.
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Messaggioda MarcoS » mar mag 11, 2004 13:21 pm

mai amati i lavorati invece...sarà un po' l'antica provenienza dall'alpinismo, sarà per la scarsa attitudine alla memorizzazione dei passaggi, il privilegiare per indole il lato più istintivo dell'arrampicata uniti ad una viscerale pigrizia ma proprio non son mai riuscito a fare sta cosa di lavorarmi le vie con un minimo di criterio e di voglia...al punto talvolta da aspettare del tempo per ripetere una via che non mi era riuscita a vista...così da essere sicuro di averla "dimenticata" il più possibile :D Si vabbè ..un po' stupido vero? però mi girava così...Certo se m'avesse cazzato di farli, i lavorati, magari mi tiravo fuori qualche soddisfazioncina in più, forse...ma tant'è. E ora mi sa che è diventato un po' tardi...e comunque mi annoierebbero lo stesso, i lavorati :D
La cosa buffa dell'a vista come sistema di vita è che poi arrivi al punto che tra le vie passate a vista (7a+ se interessa) e non passare proprio ci sarà stato...boh...un mezzo grado :lol:
Insomma, su roba conosciuta/imparata è un gioco divertente e piacevole però su quello che non conosci è un flash un sacco di variabili in più da affrontare e risolvere ....

Non sono tanto d'accordo invece col Fok sul ragionamento che faceva della minore libertà di movimenti sull'a vista. Anzi, mettendo in gioco tutto in quel tentativo ci si inventa un sacco di cose per risolvere i problemi che pone la salita, pensiamo a certe "fughe in avanti" al limite del volo, senza contare certi "recuperi" da errori di impostazione o di passaggio, possibilmente da risolvere senza bruciarsi, tutta roba che richiede, oltre all'esperienza, una buona dose di creatività anche motoria.(ovviamente qui non sto parlando di movimenti fatti alla disperata per uscire dai casini, per quanto sicuramente ogni tanto succedano :D )
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Messaggioda Herman » mar mag 11, 2004 13:39 pm

MarcoS ha scritto:La cosa buffa dell'a vista come sistema di vita è che poi arrivi al punto che tra le vie passate a vista (7a+ se interessa) e non passare proprio ci sarà stato...boh...un mezzo grado :lol:


Eh beh, ci credo, soprattutto se le vie sono gradate "correttamente", nel momento in cui ti entra qualche mezzo grado in + vuole dire che sei sulla soglia del passaggio al grado superiore...

In effetti dal fare un massimale al trave e non farlo a volte basta mezzo chilo :wink:

MarcoS ha scritto:mettendo in gioco tutto in quel tentativo ci si inventa un sacco di cose per risolvere i problemi che pone la salita, pensiamo a certe "fughe in avanti" al limite del volo, senza contare certi "recuperi" da errori di impostazione o di passaggio, possibilmente da risolvere senza bruciarsi, tutta roba che richiede, oltre all'esperienza, una buona dose di creatività anche motoria.


C'è pure l'intelligenzia motoria data dalla disperazione.... :lol: :lol:
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Messaggioda aculnaig » mar mag 11, 2004 13:41 pm

Herman ha scritto:C'è pure l'intelligenzia motoria data dalla disperazione.... :lol: :lol:


= ravanare !
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Messaggioda Herman » mar mag 11, 2004 13:42 pm

mpz129 ha scritto:....tant'è che quando mi chiedono che grado faccio dico sempre il grado che sicuramente riesco a fare a vista (purtroppo basso :cry: :cry: )


...che domande imbarazzante :oops: :oops:
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